Il saluto a “Gian” in Cittadella sociale. Un amico: “Stava in sella alla bici anche 12 ore”. Domani l’addio

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E’ ritratto con la sua inseparabile macchina fotografica Gianluca Menti, “Gian” per chi gli stava vicino, nella foto che accompagna il triste annuncio della sua morte alla popolazione di Valdagno. Città e concittadini della vallata che potranno riservare al 50enne deceduto lunedì pomeriggio – a causa di un malore nel corso di un giro in bicicletta – un intimo saluto venerdì 9 maggio, alle 15.30.

Il ritrovo per amici e parenti del fotografo e grafico, con le passioni per la bicicletta e per le stelle, sarà ospitato nella cittadella sociale di Valdagno. Sarà occasione per ricordare “Gian” con una serie di testimonianze, prima che la salma vanga avviata alla cremazione come da sue disposizioni. Ad annunciare ieri le modalità dell’addio al proprio caro sono i genitori Valeria e Paolo, insieme alla sorella Arianna con la sua famiglia.

Lamorte di Gianluca Menti è avvenuta per cause naturali, in maniera improvvisa in seguito a un probabile arresto cardiaco irreversibile conseguenza di un infarto, poco dopo le 17 di lunedì, ad inizio settimana. Si trovava in bicicletta per un giro tra le colline di Quargnenta, in territorio di Brogliano. A sorprenderlo una fitta letale al petto, mentre in un momento di pausa stava mostrando a un visitatore americano i paesaggi della zona, in via Carlassara. Esperto e abile grafico che lavorava in proprio collaborando con aziende e riviste, Menti era un profondo conoscitore di tutti quei luoghi della sua terra per molti dimenticati, contrade e boschi dalla Lessinia alla vallata dell’Agno in particolare, che per lui non avevano segreti e che amava fotografare. Viene da più parti descritto come un ciclista allenato, senza alcuna avvisaglia di ciò che gli sarebbe accaduto. Oltre che persona dalla spiccata ironia e di cultura.

A tracciarne un significativo ricordo è Giuliano Prebianca, del direttivo dell’associazione sportiva Bike3king di Valdagno, che lo ha incontrato per l’ultima volta a un matrimonio a fine aprile. Anche in questo evento, “Gian” si muoveva con la sua macchinetta fotografica operativa tra le mani. “Avevamo molte idee e ideali in comune – racconta Prebianca – anche se spesso li vedevamo da angolature diverse che ci portavano a qualche contrasto ma, sempre in forma benevola, in quanto era una persona buona, sensibile e pulita, a cui non potevi non voler bene. Abbiamo avuto modo di dialogare sul diverso modo di interpretare i tour con la gravel: mi prendeva in giro per le percorrenze più brevi rispetto alle sue. Lui stava in sella anche 12 ore facendo 200 km con 4 mila metri di dislivello  mentre io la metà, con più tempo dedicato all’enogastronomico. Ci eravamo lasciati – conclude con rammarico – ripromettendoci un’escursione che fosse la via di mezzo fra la mia visione e la sua. Purtroppo il fato non ha voluto che ciò avvenisse”.

Addio a Gianluca, fotografo in difesa della sua terra. Era il “ciclista-esploratore” delle contrade

“La testa tra le nubi, il cuore altrettanto”. Una frase divenuta quasi un motto per Gianluca, è pubblicata sull’annuncio. Per chi volesse partecipare al saluto in forma laica, si terrà in viale Regina Margherita al civico 42, a libera partecipazione.

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