Masso di trenta tonnellate incombe su contrada Tomasoni. Ordinanza del Comune

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Allerta in contrada Tomasoni di Valdagno, ai confini con Cornedo Vicentino: un masso di trenta tonnellate incombe sulla testa degli abitanti e il sindaco Giancarlo Acerbi ha emesso una ordinanza di messa in sicurezza urgente. La ditta proprietaria della cava minimizza, ma gli abitati ricordano che i loro allarmi sono rimasti per lungo tempo inascoltati.

In effetti i cittadini della contrada lo avevano paventato in tutti i modi: “guardate che prima o poi, a forza di mangiare terra e far scoppiare mine, la collina frana giù”. Ora un masso calcareo di 30 tonnellate, alto sei metri e largo tre, si sta staccando dall’apice di un pendio, all’interno della proprietà della Faba Marmi, in località Grolla, e incombe pericolosamente da giorni sulle teste dei residenti. Da tempo gli abitanti lanciano allarmi sull’impatto delle attività della cava sull’intera tenuta del colle.

L’8 novembre i tecnici dell’Ufficio Cave e Miniere della Provincia di Vicenza hanno effettuato un sopralluogo, accertando “la presenza di un masso calcareo fessurato e con appoggio alla base su colonna rocciosa in disgregazione, situato entro il limite di cava nel settore esterno al fronte di coltivazione”, e disponendone la messa in sicurezza con ordine di immediata attuazione.

Informato dell’emergenza, il Comune di Valdagno martedì sera ha informalmente avvisato alcuni residenti e mercoledì ha pubblicato l’ordinanza che impone al titolare della ditta, Alessandro Faedo, di agire tempestivamente adottando “tutti i provvedimenti necessari per la messa in sicurezza dell’abitato sottostante di contrada Tomasoni”: inizialmente l’amministrazione comunale aveva addirittura pensato di evacuare le famiglie che abitano immediatamente sotto e le cui case distano dal masso pericolante appena un centinaio di metri.

Sempre mercoledì una rappresentanza dei residenti ha richiesto con urgenza un confronto con la proprietà. Incontro che è  stato preceduto da un sopralluogo a cui hanno preso parte la ditta, il Comune, Igor Brentan, che è anche geologo, per gli abitanti e l’ingegner Serafino Frongia per conto di Studio 3A, la società specializzata nella valutazione delle responsabilità nei sinistri, a tutela dei diritti dei cittadini, a cui si sono rivolte una trentina di famiglie della contrada per farsi tutelare rispetto alle innumerevoli problematiche arrecate dalla cava, con particolare riferimento alle serie di esplosioni di mine (2-3 a settimana) per estrarre graniglia: tutto il quartiere lamenta fessurazioni nelle pareti delle abitazioni, i rumori, le polveri e, soprattutto, teme sempre di più per crolli e smottamenti della collina dov’è incastonata la cava.

L’intervento di messa in sicurezza, che adesso rappresenta la priorità, prevede che il masso venga ingabbiato con funi e poi cementato, operazioni che dovrebbero essere effettuate venerdì ma che andranno precedute dalla realizzazione di un vallo provvisorio “di sicurezza” più a valle in grado di intercettare e bloccare la pesante roccia in caso di distacco e rotolamento.