Alpinista vicentino di 39 anni esce dal coma: era scivolato sul Monte Zevola

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Un tratto del Vajo dell'Acqua teatro dell'incidente (immagine dal sito Itineraritrekking)

Rimane ricoverato all’ospedale di Trento ma non risulta più in pericolo di vita il veterinario 39enne di Trissino con la passione per la montagna, vittima di un grave incidente sulle Piccole Dolomiti lo scorso 9 gennaio. Uno scivolone a valle per circa 200 metri mentre era impegnato con due compagni di gita sul Monte Zevola (1.976 metri di altitudine), da cui era uscito in condizioni critiche di salute: l’alpinista ha affrontato alcuni giorni di coma, da cui si è risvegliato una settimana dopo, secondo quantoil Giornale di Vicenza. Per Marco Masiero, nato ad Arzignano, sportivo eclettico in varie discipline, lo spiraglio di luce si è aperto e si confida nel suo pieno recupero. E, quindi, nel ritorno alla sua professione medica a contatto con gli animali non appena smaltiti i postumi della caduta.

L’incidente in quota si verificò nel pomeriggio di un giovedì che il terzetto aveva deciso di dedicare una giornata alla prealpi venete, salendo sulla vetta dello Zevola da Recoaro e ridiscendendo lungo il canalone Vajo dell’Acqua, coperto di neve e ghiaccio nella stagione invernale. La presenza di lastre sul percorso avrebbe complicato il rientro, con uno dei due compagni di Masiero a perdere l’equilibrio e precipitare lungo il pendio, trascinando con sè il 39enne nel tentativo di salvataggio.

Entrambi gli alpinisti riportarono gravi ferite nel ruzzolone tra neve e rocce (si parla di fratture multiple per il primo a scivolare a valle), ma la peggio toccò proprio al veterinario vicentino che fu trasportato in emergenza a Trento con l’eliambulanza. Determinante l’apporto del terzo escursionista del gruppo presente sul posto, l’unico del trio uscito illeso dalla disavventura, che ha potuto allertare immediatamente i soccorsi: la corsa contro il tempo si è infatti rivelata decisiva per Masiero, la cui forte tempra ha fatto il resto nei giorni successivi per restituirlo alla vita, dopo tanta apprensione per la sua sorte.