Tornerà libero l’orso che un anno fa aggredì il giovane carabiniere di Recoaro

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L'orso M57 al momento della cattura la notte seguente all'aggressione

Prima il fatto di cronaca, vale a dire l’aggressione di un orso a un giovane vicentino di 24 anni nel corso di una passeggiata sulla riva del lago di Andalo in Trentino, poi il “botta e risposta” nelle aule di giustizia. Alla fine, mentre Diego Balasso, carabiniere vicentino nato a Schio, in quel momento fuori servizio, è guarito ma porta ancora le cicatrici di quel “muso a faccia”, anche l’esemplare M57 sembra sul punto di concludere il suo periodo di prigionia forzata.

In seguito a quell’episodio, infatti, l’animale dei boschi fu sedato e tenuto poi in cattività in un’area protetta. Tra pochi giorni tornerà presumibilmente libero sulle montagne alpine, ma da “sorvegliato speciale” munito di un radiocollare elettrico per controllarne i movimenti e intervenire in caso di avvicinamento ai centri abitati.

A suo tempo l’allora 24enne Balasso prestava servizio presso la stazione locale, dopo aver lasciato da alcuni mesi l’abitazione di famiglia Recoaro Terme per seguire la vocazione professionale prescelta con indosso la divisa dell’Arma. Era un sabato sera di fine agosto quando in compagnia di un’amica stava passeggiando lungo un sentiero del grande parco poco lontano da un campeggio, tra l’altro in piena estate di sabato sera colmo di turisti a qualche centinaio di metri. In quel momento era fuori servizio, poco lontano dalla caserma.

Ad un tratto la coppia poco prima delle 23 si era trovata al cospetto di un giovane di età ma già massiccio orso da 120 chilogrammi di peso, spuntato all’improvviso dai cespugli e che si è scagliato contro i due giovani. La ragazza, per quanto spaventata, è riuscita a fuggire in direzione del ristorante del camping per chiedere aiuto, mentre il militare ha affrontato con coraggio “l’armadio peloso”, il quale, evidentemente non aveva per niente gradito l’intrusione di essere umani nel suo habitat mentre era a caccia di cibo. Un fatto singolare, questo, visto che risultano rarissimi gli episodi di aggressione da parte di questo animale selvatico. Probabilmente, la reazione istintiva e aggressiva fu mossa dalla paura, secondo una tesi sostenuta dalle associazioni di tutela animalista.

Le ferite alla schiena (immagine tratta dal quotidiano L’Adige)

Per Diego Balasso il sabato notte è proseguito in pronto soccorso e poi per parecchi giorni il ragazzo è stato curato in un letto d’ospedale, al Santa Chiara di Trento. Tagli anche profondi e graffi sul tronco e in particolare alla schiena stati trattati fino a guarire, pur portando ancora i segni a livello estetico. Per fortuna, era riuscito a divincolarsi dalla presa al collo che poteva ucciderlo. L’orso, invece, è divenuto oggetto di una serrata battuta notturna fino alla cattura, portata a termine con il supporto di un veterinario e di munizioni soporifere: dopo averlo narcotizzato e legato per renderlo inoffensivo, si è potuto trasferirlo in una sede adatta dove valutarlo nel tempo, oltre a procedere all’identificazione dell’esemplare. Nel frattempo, però, la questione è passata anche per le aule di giustizia.

Da quel giorno l’animale dei boschi e quindi per oltre un anno è stato assegnato al centro faunistico di Casteller, secondo disposizioni dell’ente competente, vale a dire la Provincia di Trento. Dopo una serie di esposti presentati da associazioni animaliste l’istanza di rideterminazione è stata accolta infine dal Consiglio di Stato, dopo che il Tar territoriale, invece, aveva considerata legittima la decisione di tenerlo sotto custodia nello stesso parco specializzato. A breve, salvo nuovi colpi di scena, il colosso della foresta dovrebbe dunque tornare libero, “senza obbligo di firma” ma comunque tenuto d’occhio grazie alle moderne tecnologie.