Versa 3 mila euro di anticipo per l’acquisto di un camper. Ma il venditore “va in vacanza”

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Un modello di camper per vacanze, simile a quello "contrattato" e protagonista della vicenda finita in tribunale

Aveva fatto sparire temporaneamente le proprie tracce, circa 3 anni fa, dopo aver intascato in tutto 2.800 euro da un’acquirente vicentina che non vedeva l’ora di vedersi consegnare un camper sì usato, ma in buone condizioni. E che aveva versato un sostanzioso anticipo, fidandosi dell’interlocutore e di alcune immagini della “casa mobile” su ruote, per non farsi sfuggire quello che considerava un affarone.

Rivelatosi invece una truffa, visto che il presunto venditore – un 51enne della provincia di Brescia – non si era poi presentato all’appuntamento concordato a Recoaro Terme, beffando una 59enne vicentina del luogo alla quale non è rimasto che prendere appuntamento con i carabinieri per sporgere denuncia.

A distanza di svariati mesi, dopo le indagini portate avanti dalla compagnia carabinieri di Valdagno da quell’estate del 2018, la vicenda si è conclusa con la condanna il primo grado dell’artefice del raggiro. Si tratta di P.R., nome e cognome di un cittadino bresciano di nazionalità italiana che solo in apparenza era apparso un interlocutore affidabile, questo almeno dopo i primi contatti tra venditore e la donna interessata al camper – offerto  a un prezzo abbordabile – avvenuti attraverso un’offerta sulla piattaforma on line Subito.it.

Una trattativa poi proseguita in privato, con scambio di rispettivi numeri di telefono e anche di immagini varie di interni ed esterno del veicolo per vacanze. Fino a convincere nella sostanza la potenziale acquirente – R.P. le iniziali della donna di 59 anni caduta in “trappola” – a concludere il contratto di persona, in data 11 luglio 2018, dandosi appuntamento: con la rassicurazione di essersi aggiudicata il camper contraccambiata da una serie di ricariche sul circuito Postepay, fino a raggiungere un discreto gruzzolo.

Solo dopo il trascorrere impietoso dei minuti di ritardo al rendez-vous concordato, e di fronte all’assenza di risposte a chiamate al cellulare e ai messaggi whatsapp, la malcapitata vittima si è resa conto di essere caduta in un raggiro. Confidandosi con i familiari e recandosi quindi in caserma sconsolata, per mettere nero su bianco la sua versione e fornire gli elementi utili ai militari per avviare l’indagine e risalire al responsabile. Missione compiuta, a distanza di quasi tre anni, con procedimento chiuso e condanna a 9 mesi di reclusione al 51enne bresciano, oltre a 450 euro di multa.

Inoltre, è stato disposto il risarcimento dell’intera somma indebitamente trattenuta ma, purtroppo, almeno ad oggi nemmeno con l’ingiunzione di condanna la vicentina ad oggi ha la certezza di incamerare quel denaro che le spetta di diritto. Non è stato reso noto, invece, se l’autocaravan fosse effettivamente nella disponibilità del truffatore o meno, dubbio che rimane tutt’ora.