Sangue sulle strade, due comunità in lutto per la morte del valdagnese che viveva ad Agordo

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Sullo sfondo un'immagine dei soccorsi (da quotidiano l'Adige) e nel riquadro la vittima (da Fb)

Il terribile schianto in Trentino, ma sono due comunità venete a sopportare il lutto per la morte sulla strada di Celestino Doriano Cailotto, spirato nella notte tra giovedì e venerdì all’ospedale Santa Chiara di Trento. La sua città d’origine e dove è cresciuto, Valdagno, è legata da un filo invisibile di dolore con Agordo, nel Bellunese, che l’appassionato motociclista – avrebbe compiuto 58 anni il prossimo autunno – aveva eletto a nuova casa negli ultimi tempi.

Il terribile incidente stradale che gli ha strappato il futuro è avvenuto intorno alle 14 del 13 agosto, sulla strada statale 47, meglio nota come “Valsugana“. Si trovava a bordo della sua moto tra Tenna e Pergine, a pochi metri dalle sponde del Lago di Caldonazzo, quando è avvenuto l’impatto fatale con una Seat condotta da un uomo, rimasto illeso e che ha già fornito la sua testimonianza ai carabinieri incaricati di ricostruire gli attimi precedenti alla collisione tra auto e moto. Che, come spesso accade, lascia sull’asfalto un motociclista con una vita da salvare.

Hanno fatto il possibile i soccorritori giunti sul posto, nei pressi del noto ristorante “Il Faro”, cercando di tamponare le ferite riportato nell’aggancio fortuito tra il motociclo e la vettura. Una prima operazione necessaria per tenere in vita Doriano, immobilizzarlo sulla lettiga e assicurarlo alla corsa contro il tempo in elicottero, verso l’ospedale più vicino e attrezzato, quello di Trento. Lì si è tentato il tutto per tutto, come riportano i quotidiani trentini, con un intervento d’urgenza e una notte di agonia. Purtroppo senza l’esito sperato, ma sarebbe servito probabilmente un miracolo per salvare il valdagnese d’origine dalle conseguenze dei politraumi riportati. Rimane da accertare chi abbia oltrepassato la linea di mezzeria provocando di fatto l’impatto ma, oggi almeno, è il tempo del ricordo e dell’attesa in vista dell’addio.

Doriamo Cailotto viveva solo nell’Agordino, lascia nel lutto i parenti vicentini di una famiglia già duramente provata dal destino nel passato. In particolare la sorella Maria Cristina lo ha salutato con un post pubblico denso di commozione: “Addio fratellone, dicevi sempre che la vita è bastarda e il destino crudele. Riposa in pace. Ciao spirito libero“. Era infatti un rider esperto il 57enne, motociclista appassionato che sulle due ruote si concedeva quei ritagli di spensieratezza e di possibilità di visitare i luoghi panoramici che infondono pace e serenità a chi li sa apprezzare. Quel porto quiete che, per quanto giunto all’approdo prima del tempo e in maniera così tragica, il centauro vicentino ha incontrato e da dove veglierà i suoi cari.

Si dovrà attendere probabilmente l’inizio della prossima settimana per conoscere data e luogo prescelto per celebrare il funerale della vittima della strada. La quarta, per quanto riguarda persone residenti o provenienti nella nostra provincia, negli ultimi 10 giorni d’agosto macchiati di sangue e ancora di lacrime. Una dolorosa quanto tragica ricorrenza che si ripete ogni estate, costellata di incidenti stradali.