Ancora focolai residui alla Vibo, pompieri all’opera 24 ore dopo l’incendio. Danni milionari

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Ha oltrepassato la soglia simbolica delle 24 ore consecutive di intervento senza sosta la presenza e il lavoro incessante – tra operazioni tempestive di spegnimento e quelle tutt’ora in corso di sorveglianza e bonifica – da parte dei vigili del fuoco di Vicenza e provincia. Impegnati a rotazione nell’area industriale della Vibo Spa, l’azienda di Trissino che brucia dalla mezzanotte di domenica e che sta patendo danni per svariati milioni di euro.

Se una parte dello stabilimento è stata salvata in extremis dalla voracità delle fiamme, vale a dire la parte direzionale e l’ala della produzione, altri locali interni come il magazzino ed esterni dove erano stipati costosi macchinari di movimentazione, merce già imballata da spedire e materiali sono andati irrimediabilmente compromessi. Impossibile determinare ora un importo anche indicativo delle perdite, all’indomani della prima emergenza: i danni strutturali ammontano a centinaia di migliaia di euro, con probabile necessità futura di demolizione di parte dell’impianto.

Anche stamattina dalle prime luci del giorno sono al lavoro i pompieri vicentini giunti in zona industriale dal distaccamento di Arzignano, dopo che i colleghi del comando del 115 di Vicenza e degli altri avamposti provinciali avevano dato man forte nell’urgenza di intervenire in maniera coordinata e tempestiva la notte scorsa. Sembrerebbe passare in secondo piano l’ipotesi del dolo, in attesa del responso dei tecnici dei vigili del fuoco che collaborano con i carabinieri nell’indagine. Si pensa a un cortocircuito o comunque a una causa accidentale, con poi le fiamme scaturite a trovare facile alimento vista la varietà di materiali presenti, come bancali e accessori vari. Da parte dei titolari emerge il sospetto che l’origine possa risiedere in un malfunzionamento dell’insegna luminosa, circostanza ovviamente da verificare.

Sul piano dei danni alle persone fortunatamente il bilancio è qui più fortunato. Al momento dell’allarme scattato poco la mezzanotte di domenica stabilimento e uffici erano deserti e i pompieri impegnati nell’intervento non hanno riportato conseguenze nell’emergenza. Anche i tecnici dell’Arpav, intervenuti per misurare eventuali esalazioni tossiche nell’aria, per il momento escludono rischi per i residenti delle vicinanze sulla base delle prime rilevazioni sul posto. Per i circa 250 dipendenti dell’azienda di proprietà della famiglia vicentina Bonin – Franco è il titolare con la moglie Luisa Nardi – sono previste comunicazioni aggiornate nelle prossime ore, in attesa di capire l’effettiva agibilità dei locali non intaccati dall’incendio e la dislocazione in altre sedi del personale o l’eventuale turnazione.

Una squadra di pompieri del 115 rimarrà probabilmente attiva per tutta la giornata sul sito, che si ricorda si estende su un’area di circa 10 mila mq, per la prevenzione sul formarsi di nuovi focolai residui, visti i cumuli di merce e materiali bruciati. Nel frattempo parte delle maestranze sono tornate al lavoro negli spazi “risparmiati” dal vasto incendio.