Miteni annuncia lo stop totale “per manutenzioni”. La Provincia: “E’ giusto”

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La sede della Miteni a Trissino

Una ferma totale delle produzioni, nella fabbrica di Trissino al centro del caso degli Pfas che contaminano la falda dell’Ovest Vicentino: lo ha annunciato ieri la stessa azienda. Miteni precisa che lo si farà per effettuare in una volta tutte le manutenzioni, ma il dubbio rimane: lo stabilimento poi riaprirà?

La comunicazione dell’industria è stata trasmessa ieri mattina alla Provincia di Vicenza, che nei giorni scorsi – d’intesa con Arpav – ha disposto una serie di sospensioni di parti degli impianti, dopo una serie di verifiche condotte per la nota vicenda del ritrovamento in falda dell’acido GenX (lavorato da Miteni anche in tempi recenti) e del composto C6O4. Ieri, un po’ a sorpresa, Miteni ha risposto all’ente con una lunga lettera in cui, in sintesi, avvertiva che avrebbe chiuso tutte le produzioni, in un arco di tempo prefissato visto che trattandosi di lavorazioni chimiche lo spegnimento non poteva essere immediato, predisponendo una manutenzione complessiva insieme ad Arpav di tutte le parti considerate critiche o a rischio sicurezza. L’annuncio ha colto un po’ di sorpresa: se infatti l’industria precisa che si tratta di uno spegnimento finalizzato poi a una riattivazione, anche in vista del completamento del piano di costi per il concordato preventivo col tribunale da definire entro novembre, il dubbio sul futuro dell’attività  rimane.

La presidente provinciale Maria Cristina Franco è intervenuta già ieri sul tema: “Io credo che se per avere la sicurezza che si operi senza rischi per la salute pubblica e per l’ambiente si debba arrivare anche a fermarla, allora è giusto farlo. Per questo accolgo e interpreto come gesto di responsabilità la decisione dell’azienda di attendere l’esito delle ulteriori verifiche resesi necessarie dopo i recenti fatti e da noi richieste a garanzia del Territorio e delle Comunità che su esse vivono”.

E più tardi, la stessa Miteni ha mandato una nota che precisa che la sospensione non sarà definitiva: “Miteni ha risposto alle nuove richieste della Provincia di Vicenza e chiede che ora tutte le ispezioni e indagini vengano fatte con la presenza di Arpav e di tutti gli altri enti che si ritenga di coinvolgere, al fine di accelerare i tempi e avere tutti la certezza della situazione. L’obiettivo dell’azienda è quello di rispondere in modo esauriente e definitivo alle successive e continue richieste provenienti dalla Provincia. Per questo Miteni sta definendo una proposta di cronoprogramma di verifiche e ripristini di perfetto stato. Il piano che fa seguito alla manutenzione ordinaria di agosto prevede la sospensione di una parte dei processi produttivi per poter operare in completa sicurezza.L’azienda si sta prodigando perché si possa finalmente giungere a determinare in modo definitivo lo stato di completa efficienza dello stabilimento oltre alle attività necessarie per la definitiva bonifica in modo da poterla includere nei fabbisogni finanziari nel piano di continuità da consegnare al tribunale di vicenza entro il 12 novembre”.

Intanto, ieri mattina davanti al tribunale di Vicenza e alla procura hanno protestato un centinaio di attivisti No Pfas dell’Ovest Vicentino (e delle province di Padova e Verona): cinque di loro – Alberto Peruffo, Francesco Pavin, Enrico Zulian, Danilo Del Bello, Marko Urukalo – hanno ricevuto un avviso di garanzia per una manifestazione svolta davanti alla Miteni a settembre 2017. In quell’occasione, secondo la Digos e la procura, non era stato annunciato il sit-in nei tempi previsti, quindi sono scattate le denunce.  “I recenti avvisi di garanzia ai nostri concittadini Alberto, Danilo, Enrico, Marco e Francesco che il 31/10/17 con un megafono urlavano al mondo l’orrore Miteni ci feriscono profondamente – è la nota di solidarietà diffusa ieri dalle Mamme No Pfas, presenti in tribunale – Le Mamme-Nopfas non usano la violenza e la respingono in tutte le sue forme ma vedere come in soli 11 mesi la magistratura metta sotto la propria lente cittadini feriti, danneggiati e ammalati di Pfas non ci può che far indignare. Siamo al fianco in maniera solidale a chiunque ci aiuti nel nostro obiettivo; chiudere per sempre la Miteni che ci ha rovinato la vita per generazioni! Nonostante sia un atto dovuto inviare l’avviso di garanzia auspichiamo l’archiviazione di quella giornata e a gran voce vogliamo l’acqua pulita”.