38 i lupi censiti in Veneto. In arrivo cani da guardia per proteggere le greggi

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Un lupo nella neve (immagine d'archivio)

In una circolare diffusa dall’assessore all’Agricoltura veneto Giuseppe Pan si rende noto che sarebbero ben 38 i lupi circolanti in Veneto. Sono divisi in sei branchi, e la Regione per proteggere gli allevamenti in Lessinia e vicentino ha disposto l’acquisto di otto cani da guardia.

I cani sono dei pastori maremmani-abruzzesi, che provengono da un allevamento specializzato di Acquapendente (Viterbo), e aiuteranno gli allevatori dell’Alpago, della Lessinia, di Col Visentin e delle Prealpi bellunesi a difendersi dagli attacchi dei lupi. I cani sono stati acquistati con i fondi del progetto Life Wolfalps, per una spesa di circa 9mila euro.

La prima coppia dei pastori maremmani viene consegnata oggi a Tambre di Alpago, ad un allevamento ovi-caprino. Nei giorni successivi una coppia sarà consegnata ad un allevatore della zona di Col Visentin, e un’altra andrà ad un pastore di Montebelluna che d’estate porta le proprie greggi al pascolo nel Bellunese. Infine, la quarta coppia andrà ad un allevatore di Crespadoro, nella Lessinia vicentina.

“Salgono così a 13 i cani specializzati nella protezione delle greggi e degli armenti acquistati con i fondi del progetto europeo – ha sottolineato Pan – aiuteranno gli allevatori a proteggere gregge e bestiame dagli assunti dei sei branchi attualmente rilevati in Veneto, per un totale di 38 esemplari censiti. L’impiego dei pastori-maremmani appositamente addestrati, insieme al corretto posizionamento dei recinti elettrificati forniti dalla Regione grazie ai fondi di Life Wolfalps, si confermano strumenti efficaci per prevenire le predazioni dei lupi e consentire la regolare attività di pascolo in quota”.

“Fermo restando il nostro impegno per ottenere un adeguamento delle normative comunitarie all’evoluzione della presenza del lupo nelle aree montane tradizionalmente vocate all’agricoltura e all’allevamento – ribadisce Pan – la Regione continua intanto a investire in maniera significativa in prevenzione e negli indennizzi agli allevatori colpiti: solo nel 2017 abbiamo pagato 137.529 euro di risarcimento agli allevamenti di montagna vittime delle predazioni del grande carnivoro. Per ora prevenzione e indennizzi sono gli unici strumenti possibili per gestire la presenza del lupo sulle nostre montagne. Mi auguro che l’azione di pressing intrapresa nei confronti degli organismi comunitari e il recente orientamento assunto dal parlamento europeo possano portare a nuove direttive che consentano di impostare un diverso piano di gestione nazionale e di validare possibili iniziative di contenimento da parte delle singole regioni”.