400 milioni per buoni spesa. “Rivolgersi ai comuni per la domanda”

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E’ attraverso i comuni, e non passando per la protezione civile, che verrà distribuita la somma di 400 milioni di euro destinata dal capo della Protezione Civile per il sostegno alla spesa delle fasce più deboli della popolazione.

A precisarlo è l’assessore agli Enti Locali del Veneto Gianluca Forcolin. “Anche se i fondi sono stati destinati con un’ordinanza del capo della Protezione Civile, raccomandiamo ai cittadini interessati di rivolgersi al comune di appartenenza ed in particolare agli uffici dei servizi sociali – spiega Forcolin – la Protezione civile, sia regionale che locale, non ha alcun coinvolgimento diretto e il susseguirsi di richieste ad essa indirizzate, anche solo per informazioni, rischiano di interferire e sovraccaricare il lavoro già importante che sta conducendo nelle attività legate all’emergenza Coronavirus”.

Numerosi sono infatti coloro che da ieri mattina si rivolgono alla Protezione civile per dettagli e informazioni sulle erogazioni conseguenti all’ordinanza del 20 marzo scorso. I Comuni – prosegue Forcolin – provvederanno alla gestione dell’approvvigionamento dei beni e alla loro distribuzione. Sono, quindi, il riferimento esatto per ogni informazione utile da parte dei cittadini. L’ordinanza, infatti, nell’attribuire le risorse da destinare a misure urgenti di solidarietà alimentare, le ripartisce tra i comuni di ogni Regione in base al criterio della popolazione residente e a quello del reddito pro capite di ciascun comune”.

Il documento stabilisce che i comuni, sulla base della somma destinata e di eventuali donazioni ricevute, possono acquisire buoni spesa, utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali il cui elenco ogni comune pubblicherà nel proprio sito istituzionale, oltre ad acquistare direttamente generi alimentari o prodotti di prima necessità.

Il coinvolgimento degli enti locali – conclude Forcolin – è determinante e fondamentale per la conoscenza e il contatto diretto con la realtà locale. Per l’acquisto e la distribuzione di tali beni, infatti, i comuni possono avvalersi degli enti del Terzo settore. Non ultimo, i soggetti beneficiari ed il relativo contributo spettante ai nuclei familiari, sono individuati dagli uffici sociali di ciascun comune, tra i nuclei più esposti agli effetti dell’emergenza epidemiologica e tra quelli in stato di bisogno, con priorità tra quelli già non assegnatari di sostegno pubblico”