Aumento prezzi mais e frumento, Luca Zaia: “C’è una speculazione in corso”

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Il mercato di mais e frumento sta letteralmente mettendo in crisi le aziende agricole. Dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, il prezzo di questi due prodotti è salito alle stelle con rincari del 40% per il mais e del 24% per quanto riguarda il frumento. Questo secondo la borsa merci di Bologna, che ogni giorno notifica le quotazioni, però sorgono dubbi sopratutto se si considera che in Italia le importazioni complessive provenienti dai due Paesi in guerra non raggiungono il 4% del valore, mentre le esportazioni non superano il 2% del totale di queste materie prime.

Se guardiamo i confini di casa nostra poi, notiamo che il Veneto importa ancora meno dai due territori in conflitto, raggiungendo a malapena lo 0,3% in base ai dati del 2020. Tuttavia, per alcuni prodotti la quota delle importazioni raggiunge livelli considerevoli, è il caso dei semi di lino, di cui la nostra regione importa una quota del 58% del totale dalla Russia, del sorgo (25,4%) e dei semi di girasole (8,3%) ucraini.

Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia

Il Presidente della regione Veneto Luca Zaia commenta così la situazione: “Da un’analisi che ha condotto la Regione Veneto emerge che, viste le ridotte dimensioni del nostro import-export agroalimentare con Russia e Ucraina, attualmente non risulterebbe una mancanza di prodotto. Quello che invece mi preoccupa è l’andamento dei prezzi, figlio solo di speculazione: dallo scoppio del conflitto, le quotazioni alla borsa merci di Bologna, emerge che il mais costa il 40% in più, il frumento tenero segna +24%, il sorgo +24,6% e la soia fa +17%. Le autorità internazionali, che dovrebbero regolare l’efficienza dei mercati dai quali dipendono i prezzi locali, come mai non intervengono per fermare quella che è evidentemente solo speculazione?

Se per ora fortunatamente non c’è un allarme cibo, c’è però un allarme prezzi, puntualizza il presidente Zaia. Le tensioni sui mercati globali delle principali commodities agricole si stanno facendo sentire anche a livello Italia, con un incremento dei listini e di conseguenza un aumento dei costi di approvvigionamento, sia che questi avvengano con prodotto interno, sia con quello proveniente da altri Paesi. Sommando queste impennate di prezzo a quelle già registrate lo scorso anno – conclude il Governatore veneto – è facile prevedere ulteriori difficoltà per gli allevamenti zootecnici da latte e da carne. Se a questi rincari aggiungiamo l’incremento dei costi energetici, che sta già colpendo le produzioni in serra di orticole e floricole, è chiaro che il futuro non è roseo. Lo dico da settimane e lo ripeto: bisogna rivedere le priorità del Pnrr e la Pac in Europa, vanno aiutati con ristori coloro che
hanno subito fermi produzione o cali di fatturato. Senza sovranità alimentare ed
energetica, la ripresa è a rischio”.