Caccia, bocciata dal Tar Veneto la delibera “last minute” sulla caccia agli uccelli acquatici

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Una gallinella d'acqua, tra le specie non più cacciabili in questa stagione venatoria

Continua a far discutere il tema della caccia in Regione, su diversi fronti contrapposti e a pochi giorni dall’ufficializzazione del Piano quinquennale faunistico e venatorio ma anche dopo due recenti sentenze del Tar che alimentano nuove polemiche. L’argomento saliente è legato al divieto di caccia per tutti gli uccelli acquatici, e la delibera firmata in Regione Veneto che aggiungeva tre date – nel week end in arrivo – al calendario ordinario.

Proprio da oggi i cacciatori veneti erano stati autorizzati a riprendere a sparare, venendo stoppati già col “colpo in canna”. Per loro la stagione venatoria, alla luce della novità, è da considerarsi chiusa.

Contro questa concessione last minute alcune associazioni territoriali di tutela degli animali avevano presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale, trovando accoglimento. Si tratta dei gruppi Vittime della caccia e Lac (Lega per l’Abolizione della Caccia), che in due diverse pronunce hanno ottenuto un decreto cautelare che di fatto ha “bocciato” la delibera che permetteva ai cacciatori di imbracciare le armi nei giorni 26, 29 e 31 gennaio.

A renderlo noto in quest’occasione è Andrea Zanoni, consigliere regionale eletto nelle fila del Partito Democratico. “Con questa decisione viene messa la parola fine: in tutto il Veneto non sarà possibile sparare a Germano reale, Folaga, Gallinella d’acqua, Alzavola, Codone, Mestolone, Canapiglia, Porciglione, Fischione,, Marzola, Frullino e Beccaccino, come aveva già sancito a settembre lo stesso Tar. La caccia agli uccelli acquatici resta chiusa dal 20 gennaio, un provvedimento che conclude per questa stagione la caccia nelle valli e nel Delta del Po”.

Questa pronuncia recente dell’organo giudiziario amministrativo va ad aggiungersi ad altre in epoca recente, sulla base delle numerose istanze presentate da enti e associazioni che lottano per la difesa degli animali selvatici. E’ ancora Zanoni a evidenziarlo: “La Regione incassa il quinto ko dalle associazioni animaliste e ambientaliste – spiega – su altrettanti ricorsi relativi una singola stagione venatoria, un record a livello italiano. Invito perciò Zaia e l’assessore Corazzari a comunicare in modo chiaro e corretto quanto deciso oggi dal Tar affinché i cacciatori, anche loro malgrado, non violino la legge incorrendo in sanzioni pesantissime per chi spara a specie protette. I migratori sono salvi ancora grazie ad una associazione di tutela dell’ambiente”.