Cinque indagati per la morte del piccolo Christian in piscina. Anche i genitori

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Sono cinque le persone indagate dalla Procura della Repubblica di Padova per la morte del piccolo Christian Menin, morto a soli sei anni dopo essere stato trovato riverso in una delle piscine di San Pietro in Gu.

Si tratta dei responsabili della società Conca Verde Piscine Srl (che gestisce l’impianto padovano), una bagnina e i genitori del piccolo: gestori e bagnina sono tutti e tre vicentini. Il bimbo, di soli 6 anni, è stato scorto riverso in acqua (profonda 120 centimetri) proprio da una assistente a bordo vasca, che si è subito tuffata e l’ha portato a riva quando era già privo di sensi: Christian Menin è morto però poco dopo l’arrivo all’ospedale di Padova.

Gli avvisi di garanzia sono stati inviati ieri pomeriggio dal pubblico ministero Roberto D’Angelo, che sta coordinando le indagini: si tratta di un atto dovuto per dare a tutti la possibilità di nominare un perito in vista dell’autopsia sul corpo del bambino. Nel fascicolo aperto in procura a Padova l’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo per omessa vigilanza del minore. Nel registro degli indagati sono così finiti Michela Campana, 41 anni, e il compagno Diego Poletto, 43, entrambi di Bassano del Grappa, gestori della piscina; la bagnina 22enne di Bressanvido Maya Serraglio (la prima ad effettuare le manovre salvavativa al piccolo), nonché il 31enne Emanuele Menin e la 26enne Lisa Toniato, genitori del piccolo ed entrambi residenti a Limena, nel padovano.

Tante le domande a cui l’inchiesta dovrà dare una risposta: perché il piccolo, che a detta del padre non sapeva nuotare, si trovava in una piscina dove non toccava coi piedi? Ci sono responsabilità di terzi, magari è stato spinto per sbaglio da qualcuno? Oppure è stato vittima di un malore fatale? Secondo quanto riporta il Corriere del Veneto, un testimone avrebbe affermato di aver visto il piccolo Christian giocare con un altro bambino. “La mia famiglia è devastata e abbiamo letto tante cose sui giornali, tutte non vere: vi prego di rispettare il nostro dolore, siamo distrutti, abbiamo perso nostro figlio” ha detto Emanuele Menin, che sempre al Corriere del Veneto ha spiegato: “Christian ha incontrato un bambino più grande che aveva conosciuto giocando a calcio. E mi aveva chiesto di poter andare con lui, non sarebbe mai entrato nell’acqua alta senza braccioli”. La coppia ha un’altra bambina di pochi mesi.