Disastro della Marmolada, inchiesta archiviata: il distacco provocato da cause naturali imprevedibili

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Mancano due settimane dal primo anniversario del dramma della Mamolada, dove il 3 luglio dell’anno scorso a causa delle alte temperature una pezzo di ghiacciaio si staccò improvvisamente franando a valle, travolgendo diverse cordate di alpinisti e provocando la morte di 11 persone, sette delle quali vicentine.

Oggi è arrivata la notizia, diffusa dalla stampa locale, della definitiva archiviazione dell‘inchiesta giudiziaria sul disastro. Il gip del Tribunale di Trento, Enrico Borrelli, ha condiviso infatti le motivazioni della Procura e dei periti tecnici, secondo cui l’evento non era prevedibile e non ci sarebbero quindi colpevoli.

Il dramma si consumò intorno alle 13,45 di domenica 3 luglio 2022. Secondo quanto constato dai periti della Procura, il distacco di un’enorme massa di ghiaccio (78mila metri cubi che si riversarono valle a 300 chilometri l’ora) fu provocato dalle “temperature elevate registrate da metà giugno”: una colata di ghiaccio, fango e sassi che travolse le comitive che si trovavano sul ghiacciaio.
Fra gli undici che persero la vita, ricordiamo la guida alpina di Valdagno Paolo Dani (52 anni), il 48enne di Zanè Tommaso Carollo, il 27enne di Malo Filippo Bari, Emanuela Piran di Bassano (36 anni), morta insieme al compagno Gianmarco Gallina di Montebelluna, e il 22enne Nicolò Zavatta di Barbarano Mossano, la più giovane delle vittime della valanga. La coppia di Cittadella, con negozio a Tezzu sul Brenta Davide MIotti e Erica Campagnaro.

Marmolada, identificate tutte le undici le vittime. Sette sono vicentine

Intanto, anche in questi giorni in quota sulla Regina delle Dolomiti la temperatura è elevata, come un anno fa. Come spiega Ildolomiti.it citando gli esperti di Meteotrentino, il solstizio d’estate sarà il giorno più caldo della settimana. In fondovalle le temperature raggiungeranno la soglia dei 34-35 gradi, ma l’effetto del promontorio anticiclonico di origine africana sta portando temperature molto superiori alla media anche in quota, come testimoniato anche da Carlo Budel.

Il gestore del rifugio Capanna Punta Penia, infatti, sui social mostra, davanti all’ingresso della struttura una pozzanghera provocata della fusione della neve iniziata già di primo mattino. A 3.343 metri di quota infatti la temperatura questa mattina alle 8,20 era già di 7.2 gradi, riporta Flavio Tolin di MeteoTriveneto, responsabile della stazione meteo installata lo scorso anno in cima alla Marmolada.