L’approfondimento 3/3. Infrastrutture e l’appello al voto, la parola ai candidati presidenti

A due giorni dall’importante appuntamento elettorale, abbiamo approfondito le posizioni dei candidati presidenti in corsa per le Regionali 2025 in Veneto, sottoponendo loro alcuni tra i quesiti più sentiti. In questo ultimo di tre approfondimenti, il tema della mobilità e delle infrastrutture oltre ad un ultimo, ma innovativo, appello al voto.

Mobilità e infrastrutture. Il Veneto è attraversato da grandi direttrici ma molte aree interne restano mal collegate e soffocate dal traffico. Qual è la vostra visione per una mobilità sostenibile e integrata, che preservi e razionalizzi il consumo di suolo vigilando sull’esecuzione delle opere a tutela della salute e dei denari pubblici?

FABIO BUI (Popolari per il Veneto). “Tra le priorità c’è il completamento dei collegamenti viari nel padovano, connettendo l’arteria locale alla SR308: un’opera che aumenterà i ricavi, renderà finalmente funzionale un’infrastruttura incompleta e faciliterà l’accesso ai principali mercati del Nord. La competitività del Veneto passa da una mobilità moderna e fluida. Per questo da Presidente proporrò soluzioni concrete: una terza corsia intelligente tra Bologna e Padova, ferrovie più veloci e pulite, metropolitane di superficie per unire i capoluoghi. Le infrastrutture non devono invadere, ma collegare. Investire oggi significa meno traffico, più ambiente e più opportunità per le imprese”.

GIOVANNI MANILDO (Centrosinistra).La nostra idea è chiara: più ferro, meno asfalto. Il Veneto ha bisogno di un Sistema Ferroviario Metropolitano funzionante, con cadenzamento reale e un biglietto unico digitale che unisca università, distretti e aree interne. Per ridurre traffico e inquinamento bisogna investire sul trasporto pubblico, non su nuove colate di cemento. Le infrastrutture strategiche vanno completate con trasparenza e controllo dei costi, perché troppe opere hanno presentato conti esplosi e ritardi enormi. E la Pedemontana, oggi un macigno sui bilanci, va rinegoziata. La mobilità è un diritto e non può restare ostaggio dell’improvvisazione politica”.

MARCO RIZZO (Democrazia Sovrana Popolare). “Occorre una vera pianificazione unitaria che migliori il servizio del trasporto pubblico e le esigenze dei cittadini. Siamo favorevoli ad un’armonizzazione del trasporto su acqua, gomma, su ferro e su asfalto senza preclusioni ideologiche ed inutili veti. Per troppo tempo un ecologismo dogmatico, spesso supportato da poteri economici interessati a fare affari con la falsa sostenibilità, ha bloccato uno sviluppo da cui avrebbero potuto trarre giovamento molti territori. L’intermodalità deve esser la nostra cifra”.

ALBERTO STEFANI (Centrodestra). “L’idea è costruire una rete sempre più integrata: strade più sicure e un trasporto pubblico più affidabile. Per farlo servono i fondi. Li troveremo anche attraverso la realizzazione della Holding autostradale del nord-est, che potremo istituire grazie al lavoro di Luca Zaia e della sua squadra, e pure ad un emendamento, che porta la mia firma, al decreto semplificazioni del 2021. La holding infatti consentirà di trattenere gli utili ricavati e investirli sul territorio per realizzare nuove opere. Introdurremo pure un biglietto unico intermodale, valido su tutti i mezzi pubblici regionali. Con prezzi di favore per i giovani”.

RICCARDO SZUMSKI (Resistere Veneto). Sul costo enormemente lievitato senza controllo della Pedemontana Veneta, e sul territorio devastato per  la sua costruzione (con anche implicazione del rilascio pfas nelle acque) ci siamo già espressi, ora riteniamo quanto mai necessario creare almeno i collegamenti con la stessa, perché non rimanga un gigante senza senso. Vogliamo risolvere l’irrisolto problema della Romea, che rimane una strada pericolosa e decontestualizzata nel nostro tempo. Ci opporremo all’Autostrada del mare, la cui costruzione è pura speculazione. E’ indispensabile migliorare la mobilità pubblica e locale razionalizzando i costi. Le opere dovranno essere compatibili nei costi e negli impatti, funzionali a razionalizzare i collegamenti, pensiamo ad esempio all’asse Vicenza-Schio.

Un appello innovativo. Se doveste convincere un giovane indeciso a votare, senza usare parole come “futuro”, “cambiamento” o “responsabilità”, quale immagine, gesto o frase usereste per trasmettere il senso profondo del vostro impegno?

FABIO BUI (Popolari per il Veneto). “Immaginate una porta aperta: è la casa dei Popolari per il Veneto, dove chi entra non viene chiamato a sostenere, ma a partecipare. Il mio impegno nasce da un gesto semplice: stare accanto alle persone, ascoltarle e agire con concretezza. Voglio una politica viva, dove conta ciò che si fa, non ciò che si promette. Un Veneto che non subisce ma costruisce, europeo, autonomo e orgoglioso delle sue radici. Non chiedo fiducia a scatola chiusa: chiedo la possibilità di dimostrare che governare vicino alle persone, e non ai palazzi, è davvero possibile”. Qui il link per approfondire BUI

GIOVANNI MANILDO (Centrosinistra). No, mi spiace: quelle tre parole non posso evitarle. Sono troppo importanti per essere messe tra parentesi, perché sono il motivo per cui mi sono messo in cammino. Responsabilità, perché la politica deve tornare a rispondere davvero dei propri atti. Cambiamento, perché il Veneto non può continuare a raccontarsi che va tutto bene mentre perde terreno. Futuro, perché ogni scelta ha senso solo se dà una prospettiva ai giovani. Se devo convincere un indeciso, uso queste tre parole senza paura: sono la bussola del mio impegno e la ragione per cui chiedo il voto”. Qui il link per approfondire MANILDO

MARCO RIZZO (Democrazia Sovrana Popolare). “A differenza di tutti coloro che si sono avvicendati al governo della Regione, noi faremo quello che diciamo. Se devo usare un sostantivo che ci caratterizza direi una sola parola: Coerenza”. Qui il link per approfondire RIZZO

ALBERTO STEFANI (Centrodestra). “A un giovane direi questo: pensa a un luogo che ti è caro — una piazza, un campo sportivo, la strada che percorri ogni giorno — e immagina come potrebbe essere se ognuno di noi ci mettesse un po’ del proprio impegno. La politica, per me, è questo: lavorare perché quei luoghi parlino di te, delle tue passioni, dei tuoi sogni concreti. Non ti chiedo un atto di fiducia, ti chiedo un gesto di attenzione verso ciò che ti appartiene già. È un invito semplice: costruire insieme un Veneto che assomigli sempre di più alle persone che lo vivono ogni giorno”. Qui il link per approfondire STEFANI

RICCARDO SZUMSKI (Resistere Veneto). Partecipare per Contare”. Qui il link per approfondire SZUMSKI

L’approfondimento 2/3. Gestione del territorio e giovani, la parola ai candidati presidenti

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