Pedemontana Veneta, patto (e firme) antimafia Salvini-Zaia sul Protocollo di Legalità

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Si tratta dell’infrastruttura in costruzione più imponente d’Italia in tema di viabilità. Per dimensioni e per risorse investite. Ben 94 chilometri di percorso lungo 36 comuni e ben 2 miliardi e 258 milioni alla voce costi. E’ la Superstrada Pedemontana Veneta, infrastruttura sì ma anche una calamita, senza tanti giri di parole, per la criminalità organizzata, attratta dai denari statali (e privati) investiti nella maxi opera. Così si spiega la volontà di certificare attraverso il Protocollo di Legalità l’impegno ferreo e trasparente da parte di Governo – rappresentato dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini – e Regione Veneto – dal Governatore Luca Zaia -. Insieme ai prefetti di Treviso e Vicenza e ai rappresentanti del mondo sindacale e del lavoro. E intanto il tratto tra lo svincolo dell’A31 Valdastico e la cittadina di Breganze, di circa 7 chilometri, è praticamente concluso.

Stamattina la firma, a Venezia, del nuovo documento che garantisce vigilanza minuziosa, responsabilità reciproche e rispetto delle direttive di Ministero e autorità Anticorruzione. Guai a chi sgarra, insomma, o anche a chi solo ci provasse, con effetto retroattivo visto che circa il 50% dei lavori su larga scala risulta già “cantierato” prendendo a prestito un tecnicismo edilizio. Vale a dire con il cartello work in progress affisso e stato dei lavori già in fase avanzata.

“Oggi è una giornata storica – ha affermato stamane Zaia – perché andiamo avanti nella realizzazione di un’infrastruttura che risolverà i problemi di viabilità di mezzo Veneto e perché abbiamo siglato non solo un protocollo importante e articolato, ma un vero e proprio accordo di responsabilità al punto che, se emerge qualcosa di strano su un’azienda che sia anche precedente al protocollo di oggi, essa dovrà comunque andarsene. Vogliamo smentire – ha aggiunto – lo stereotipo di un paese dove, se c’è una carriola, c’è anche chi ruba, e faremo tutto quanto umanamente e tecnicamente possibile per riuscirci. Tutti gli atti di questo progetto – ha voluto rimarcare Zaia – sono pubblici e visibili a tutti. E’ con la trasparenza e con iniziative forti come queste che si combatte in concreto la malavita e le sue infiltrazioni”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il collega di partito e vicepremier. “Il modello pubblico-privato positivo con il quale si sta realizzando la Pedemontana Veneta – ha sottolineato Salvini – può essere portato a esempio anche per il resto d’Italia. Firmando questo documento – ha aggiunto – riaffermiamo un’idea di crescita, di sviluppo, di futuro, perché non siamo stati votati per fermare. E diciamo anche chiaro e forte che siamo decisi a combattere duramente contro il crimine organizzato, contro la delinquenza che, dove ci sono soldi, cerca sempre di intrufolarsi, utilizzando tutte le armi in nostro possesso, a cominciare dalla trasparenza riaffermata con la firma di oggi”.

Toccato anche l’aspetto dei costi di percorrenza della superstrada da casello a casello, elaborato attraverso un sistema innovativo rispetto alla prassi del passatp. Sì al pedaggio ma le entrate passeranno per le casse della regione. “Per onestà intellettuale – ha detto al proposito Zaia – non dobbiamo dimenticare che, con questa formula, il concessionario ha in realtà rinunciato a miliardi di guadagni certi, perché non incasserà i pedaggi. Questi li incasserà l’ente regionale, che a sua volta corrisponderà un canone annuo sulla base di stime di traffico redatte sul piano squisitamente tecnico. Ciò che si raccoglie – ha concluso – va al Veneto dell’autonomia e dell’identità”.

Il Protocollo di Legalità è stato siglato anche dai prefetti di Treviso, Maria Rosa Laganà, e Vicenza, Umberto Guidato, dai rappresentanti degli Ispettorati del Lavoro delle due province, Roberto Parrella per Treviso e Francesco Bortolan per Vicenza, dal rappresentante della Società Superstrada Pedemontana Spa, Matterino Dogliani, e dalle organizzazioni sindacali (Cgil,Cisl,Uil) dei territori attraversati dall’arteria, rispettivamente Mauro Visentin, Marco Potente e Gianluca Quatrale per Cgil, Cisl e Uil Treviso; e Luca Russo, Lorenzo D’Amico, Pietro De Angelis per Cgil, Cisl e Uil Vicenza.

I primi telepass o le prime monetine saranno utilizzati proprio nel Vicentino, nel tratto citato tra lo svincolo della Valdastico A31Breganze, che potrebbe aprire i battenti nel giro di un mese e mezzo, agli albori del prossimo autunno. Saranno in tutto 16 i caselli di entrata/uscita dislocati sui 94 km della superstrada lungo le province di Treviso e Vicenza, in pratica uno ogni circa 6 mila metri.