Regionali, scintille sulla sanità pubblica: Cunegato: “Sistema sfasciato”. Lanzarin: “I dati dicono altro”

E’ un confronto tutto sommato corretto ma serrato quello andato in scena tra l’attuale assessore regionale alla sanità veneta, Manuela Lanzarin e il candidato di Alleanza Verdi e Sinistra, Carlo Cunegato, trasmesso in diretta da Eco Vicentino e aperto con una riflessione sul lungo ciclo politico di Luca Zaia, presidente uscente dopo quindici anni alla guida della Regione. Entrambi gli ospiti hanno riconosciuto il peso di questa eredità, ma con toni diametralmente opposti.

Se Cunegato ha parlato di un Zaia “bravo solo a far marketing, con un sistema che ha consolidato disuguaglianze e privatizzazioni”, Lanzarin ha rivendicato invece “un Veneto modello, che ha saputo affrontare sfide complesse con serietà e competenza”.
Non è mancato un riferimento alla situazione interna al centrodestra, ancora in attesa di ufficializzare il candidato presidente. Lanzarin ha espresso chiaramente il suo disagio per l’incertezza: “Non possiamo permetterci di perdere tempo. Serve una guida chiara e autorevole, e io auspico che il candidato sia Alberto Stefani. Ha esperienza, ha visione, e rappresenta la continuità di un buon governo”. Un endorsement netto, che ha fatto da preludio a un confronto acceso e ricco di contenuti.

Al centro la sanità veneta, con Lanzarin che ha difeso il sistema attuale: “Abbiamo affrontato una pandemia senza precedenti e il Veneto ha retto. È vero, mancano medici, ma è un problema nazionale. Noi abbiamo fatto la nostra parte e comunque, dati alla mano, l’emergenza entro un paio d’anni rientrerà con probabile situazione opposta.” Ha poi citato i dati di gradimento dei pazienti: “Nove su dieci si sono sentiti una persona, non solo una malattia. Questo è il segno di una sanità che funziona.” Cunegato ha attaccato duramente: “La sanità pubblica è stata smantellata. Le liste d’attesa sono infinite, i pronto soccorso al collasso. E intanto si favorisce il privato, con convenzioni che drenano risorse”. Ha accusato la giunta di aver abbandonato il territorio: “La medicina di base è in crisi, i medici di famiglia sono lasciati soli. E la Regione non ascolta nemmeno i sindacati”. Il confronto si è acceso anche quando Lanzarin ha parlato delle Case della Comunità e delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) come “strumenti di prossimità e innovazione”. Cunegato ha ribattuto: “Sono scatole vuote se non ci sono medici dentro. E il Fascicolo Sanitario Elettronico non risolve il problema se la rete informatica non è pronta”. A più riprese, Cunegato ha incalzato Lanzarin sulla trasparenza: “Dite che investite, ma dove vanno i soldi? Perché non pubblicate i dati sulle convenzioni private”? Lanzarin ha però replicato con fermezza: “I dati sono pubblici. Basta cercarli. Non accetto che si dica che non c’è trasparenza”.

Un tono si è fatto teso anche sul tema dell’autonomia. Lanzarin ha ribadito: “L’autonomia è una battaglia storica. Significa più efficienza, più responsabilità”. Cunegato ha risposto: “Così com’è pensata, è una trappola. Rischia di creare cittadini di serie A e serie B”.
Il pubblico social ha partecipato attivamente, con domande che hanno toccato la carenza di pediatri, la chiusura dei punti nascita e la difficoltà di accesso alle cure. Cunegato ha concluso con un appello: “Serve una svolta. Basta con la gestione aziendalista della sanità. Torniamo a mettere al centro le persone”. Lanzarin ha chiuso difendendo il lavoro fatto: “Non è tutto perfetto, ma abbiamo costruito un sistema solido. E continueremo a migliorarlo: ci presentiamo con un programma serio, il mio impegno continuerà come fatto sinora”. Un confronto dunque sentito e animato, che ha mostrato chiaramente due visioni opposte: quella della continuità e quella del cambiamento radicale. E che ha riportato la sanità al centro del dibattito politico veneto.

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