Telegrammi di condoglianze da Zaia a familiari di malati Covid ancora vivi: la denuncia di Zanoni e Lorenzoni

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“I dati sensibili delle persone andrebbero maneggiati sempre con la massima cautela; a maggior ragione quando si tratta di vita e di morte. Invece, continuano ad arrivare segnalazioni di telegrammi di condoglianze a familiari di persone vive spediti per errore: se Zaia e il suo staff non sono in grado di farlo, allora meglio sospendere gli invii, prima che qualcuno nel ricevere il messaggio di cordoglio si senta male davvero”.

Lo afferma il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Zanoni, “dopo i casi avvenuti nelle ultime settimane, riportati anche sui media, di telegrammi spediti dal presidente della Giunta ai familiari di persone ricoverate per Covid-19 in ospedali o Rsa, ma ancora vive”.

“Casi su cui ho presentato un’interrogazione, sottoscritta anche dalle colleghe Vanessa Camani e Anna Maria Bigon (PD), da Cristina Guarda di Europa Verde e dal Portavoce delle opposizioni Arturo Lorenzoni – rende noto Zanoni – Non si tratta di un singolo sbaglio ed è verosimile che gli episodi apparsi sulla stampa non siano in realtà gli unici. Su questioni del genere non si può agire, seppur in buona fede, con pressappochismo e faciloneria. Parliamo di persone che non hanno contatti diretti con i propri cari ricoverati in isolamento nelle strutture né ricevono notizie aggiornate in tempo reale sul loro stato di salute”.

“Apprendere da un telegramma il decesso del proprio padre o della propria madre è devastante – osserva l’esponente Dem – anche se poi fortunatamente si rivela una ‘fake news’. Chiediamo alla Regione di intervenire affinché casi del genere non si ripetano, altrimenti l’unica alternativa è quella di stoppare i telegrammi”. 

“In un momento drammatico come quello della malattia – aggiunge il portavoce delle opposizioni Arturo Lorenzoni – ritengo sconcertante che siano arrivati telegrammi di questo tenore nelle case di alcune famiglie venete. Non è solamente una gaffe, piuttosto una totale mancanza di rispetto nei confronti del dolore dei parenti dei ricoverati in ospedale per Covid. Dov’è la riservatezza dei dati dei malati? Dal presidente della Regione mi sarei aspettato il rispetto delle regole. Casi di questo tipo, non giustificabili, non devono accadere più”.