Veneto cuore d’oro. Crescono donazioni organi più che in tutta Italia

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Crescono in tutta Italia le donazioni di organi, e in generale cresce tutto l’ecosistema e la cultura di questo grande gesto d’altruismo. Ma c’è una regione che su tutte fa registrare numeri incredibili: è il Veneto, dove nel 2017 le donazioni di organi sono cresciute del 34,2%, a fronte della media nazionale del 15,8%.

Veneti dunque dal cuore grande, grandissimo. Per la donazione e il trapianto di organi e tessuti, il 2017 è stato un anno record, con indicatori in aumento in tutta Italia rispetto al 2016 ma, in questo quadro, il record dei record è del Veneto. Merito di un’organizzazione sanitaria di qualità, di un Centro Regionale Trapianti efficiente, di una stretta collaborazione tra il sistema istituzionale, in particolare Regione e Comuni, e le organizzazioni del volontariato, con l’Associazione Italiana Donatori Organi (Aido) a fare la parte del leone.

E’ questo il quadro uscito oggi da Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale a Venezia, dove la Regione Veneto e l’Aido, rappresentate rispettivamente dall’Assessore alla Sanità Luca Coletto, dal Presidente nazionale Flavia Petrin e da quello regionale Bertilla Troietto, hanno presentato i dati aggiornati sull’andamento del settore della donazione e del trapianto. Dai dati emergono tre record nazionali per il Veneto. Il primo è stato quello delle donazioni, passate, dal 2016 al 2017, da 146 a 196, con un aumento del 34,2%, a fronte di una crescita nazionale del 15,8%. Il secondo riguarda i trapianti effettuati, passati da 590 nel 2016 a 646 nel 2017 (più 9,5% rispetto al più 6,8% nazionale). Terzo record veneto, particolarmente significativo, è quello dei dinieghi alla donazione, che in Italia sono calati dal 32,8% del 2016 al 28,5% del 2017, ma in Veneto hanno fatto registrare la percentuale di “no” più bassa in assoluto: il 15,6% nel 2017, contro il 27,3% dell’anno precedente. Con l’aumento delle donazioni e dei trapianti e la diminuzione dei dinieghi, il Veneto è riuscito anche nell’impresa di abbassare le liste d’attesa, scese da 1353 pazienti nel 2016 a 1296 nel 2017, con una diminuzione del 4,3%.

“Il Veneto deve essere orgoglioso dei dati raggiunti – ha detto Petrin – anche perché in questa Regione la collaborazione istituzionale ha raggiunto livelli eccellenti: Regione e Comuni interagiscono quotidianamente con noie hanno fatto sì che Aido sia divenuto parte integrante e ufficiale della filiera. “Sono orgoglioso di queste due donne – ha esordito Coletto – sono due venete, e comandano sia a livello nazionale che regionale quella che definirei una corazzata dell’altruismo e del volontariato. Le Istituzioni fanno bene la loro parte. Come Regione mettiamo in campo un’organizzazione capillare e ai massimi livelli scientifici e tecnologici, l’efficienza dei Centri Trapianti di Padova, Verona, Treviso e Vicenza, investimenti continui in tecnologie e professionalità. I Comuni e le Ullss stanno collaborando con sempre maggiore impegno alla raccolta delle dichiarazioni di volontà. Ma tutto questo non servirebbe a nulla senza il grande cuore dei veneti che, anno dopo anno, aggiornano i loro record di generosità. Quindi, prima di tutto, grazie a tutti i cittadini del Veneto”.

Per quanto riguarda l’Aido, al 31 dicembre 2017, il Veneto era le seconda regione d’Italia per numero di associati: ben 217.646 donatori, dei quali 50.307 a Vicenza, 47.486 a Verona, 35.572 a Padova, 35.249 a Treviso, 31.408 a Venezia, 11.869 a Rovigo, 5.755 a Belluno.