Veneto, domani il via alla caccia, fra le polemiche. Le associazioni: “Poca tutela degli animali nei programmi elettorali”

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Domani 18 settembre i circa 400 mila cacciatori nazionali torneranno nelle campagne, colline e montagne d’Italia per dare sfogo alla loro passione e lo faranno fino al al 31 gennaio (ma in alcuni casi anche fino al 10 febbraio), scaricando tonnellate di piombo su milioni di uccelli e altri animali. Quest’anno l’apertura della stagione della caccia, che in Veneto coinvolge 42mila “doppiette”, è al centro di particolari polemiche, dato che l’estate caldissima e siccitosa ha messo notevolmente in difficoltà tutti gli animali selvatici.

Ad alzare il tiro nei giorni scorsi erano state in Consiglio Regionale le opposizioni, che martedì avevano avanzato in aula una interrogazione, sottoscritta da Andrea Zanoni (Partito Democratico) e Arturo Lorenzoni (gruppo Misto). In essa si rilanciavano le richieste delle associazioni di tutela degli animali selvatici – Enpa, Lac, Lav, Lipu, Wwf Italia e Legambiente – che chiedevano una sospensione della stagione venatoria o, in alternativa, la revoca dell’apertura anticipata all’1 settembre, prevista dalla legge nazionale al 25 settembre”.

Ai due consiglieri non è garbata infatti la risposta negativa data dall’assessore alla caccia Cristiano Corazzari:  “Ancora una volta gli interessi di una esigua minoranza come quella dei cacciatori ha vinto sul dovere costituzionale di tutela della fauna selvatica. Dall’assessore Corazzari sono infatti arrivate in aula parole che minimizzano gli effetti devastanti della siccità sulla fauna selvatica, che grazie ad una recente riforma sostenuta fortemente dal Partito Democratico oggi è tutelata dalla Costituzione Italiana”.
“Dopo lunghi mesi di clima impazzito, di siccità, di fiumi senz’acqua, di agricoltura in ginocchio, di scarsità di alimentazione naturale, era doveroso assumere misure di protezione. Invece – sottolineano Zanoni e Lorenzoni – questa Giunta ha concesso esattamente il contrario, aprendo addirittura la stagione di caccia in preapertura già l’1 settembre anche a specie rare come la tortora selvatica o al colombaccio che ancora ha i piccoli al nido”.

Secondo Zanoni, in particolare, “si doveva almeno raggiungere una mediazione tra gli interessi di chi va a caccia e le esigenze di tutela della fauna selvatica previste da direttive dell’UE e dalla Costituzione italiana. Ma, a dispetto delle belle parole di facciata, di richiamo ad una sensibilità ambientale, da questo governo veneto è arrivata una pugnalata vergognosa non solo agli animali selvatici ma a tutti i cittadini che credono nella legalità e hanno a cuore le sorti della biodiversità del Veneto”.
In merito, le Lav del Veneto hanno organizzato per oggi ricordano per questo la loro mobilitazione, con flash mob  nelle principali città del Veneto.

La posizione dei partiti in vista delle elezioni

Sulla stessa linea la Lav nazionale, che ricorda come solo una settimana dopo l’apertura della caccia, gli italiani saranno chiamati a votare per l’elezione del nuovo Parlamento, «ma a leggere i programmi elettorali delle diverse forze politiche, la tutela degli animali selvatici sembra non rivestire alcuna priorità tra i candidati, al punto da non venire neppure citata da gran parte degli schieramenti».

«Quando si parla di animali selvatici vi è una netta demarcazione nelle posizioni dei diversi partiti: la coalizione di centrodestra sottolinea “la necessità di salvaguardare la biodiversità, anche attraverso l’istituzione di riserve naturali e la promozione dell’educazione ambientale e al rispetto della fauna e della flora” ma tanto il programma comune quanto quello dei singoli partiti prevede “interventi di contrasto al fenomeno della proliferazione della fauna selvatica”, una frase che sembra non potere compromettere più di tanto la vita della fauna selvatica, ma che nel concreto può trasformarsi in una vera e propria deregulation venatoria che, con il pretesto dei danni all’agricoltura imputati agli animali selvatici, può aprire una stagione di depotenziamento delle norme poste a loro protezione e quindi aumentare ancora di più l’arco temporale della stagione di caccia e la quantità di animali cacciabili,  come previsto anche da Azione-Italia Viva. Per fortuna in questo panorama desolante per gli animali selvatici, si distinguono le forze che dichiarano il proprio impegno per l’abolizione della caccia: Alleanza Verdi – Sinistra, Movimento 5 Stelle, Unione Popolare, e Italexit e Italia Sovrana e Popolare».
«È evidente quindi che il futuro degli animali selvatici dipende anche dalle nostre scelte elettorali – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – è importante far capire ai prossimi legislatori e rappresentanti del Governo, che anche gli animali votano, attraverso i milioni di cittadini che si preoccupano della loro vita e del loro futuro».
Per affermare i diritti degli animali e per chiedere in particolare maggiori tutele per la fauna selvatica, la Lav aderisce alla coalizione composta da 13 associazioni animaliste firmatarie del manifesto #ancheglianimalivotano, che vuole consentire agli elettori di conoscere in modo trasparente la posizione delle forze politiche sulle questioni legate alla tutela e benessere degli animali, attraverso la pubblicazione nel corso dei prossimi giorni degli impegni assunti sul sito internet dedicato ancheglianimalivotano.it