Blitz antiriciclaggio: fermato imprenditore vicentino, arrestati due macedoni

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E’ un volto noto del mondo del padel vicentino l’uomo bloccato ieri dalla guardia di finanza nel contesto di una maxi indagine che ha scoperchiato un vasto giro di riciclaggio di denaro legato al traffico internazionale di droga. Si tratta, come riporta il Giornale di Vicenza, di Roberto Mandato, 59 anni, legale rappresentante di un’azienda orafa con sede nella zona Est di Vicenza e luogo dove arrivavano somme ingenti di denaro in via di “ripulitura”. Molto conosciuto nel mondo del padele e difeso dall’avvocato Chiara Bellini, deve rispondere dell’accusa di riciclaggio. Denunciati per lo stesso reato anche il figlio 32enne Nicolò e un collaboratore.

Sono questi i nuovi dettagli che emergono oggi sulla vasta operazione messa in campo ieri dalla Guardia di Finanza di Milano su delega della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia.

Ieri, 14 marzo, i finanzieri milanesi, insieme al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Vicenza, con il supporto dello Scico (il Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Roma delle fiamme gialle) e l’ausilio di unità cinofile “cash-dog”, hanno eseguito un fermo e quattro perquisizioni presso diverse abitazioni ed un’azienda di Vicenza, sottoponendo a sequestro disponibilità finanziarie e denaro contante per oltre 6 milioni di euro.

La complessa attività investigativa delle Fiamme Gialle meneghine ha permesso di individuare un gruppo familiare turco-siriano, con base a Cusago nel milanese, formalmente impegnato nella conduzione di un mobilificio ma, di fatto, dedito al riciclaggio, tramite sistema “hawala”, di ingenti somme di denaro provento principalmente del traffico internazionale di sostanze stupefacenti a Milano e nel Nord Italia.

Riciclaggio nel narcotraffico: sequestrati 6 milioni di euro fra Vicenza, Milano e Novara

Il denaro veniva contato e confezionato nei sacchetti della spesa in un appartamento milanese, poi veniva trasferito presso la società orafa di Vicenza.
Ieri mentre era in corso la perquisizione dei locali dell’azienda a Vicenza Est sono sopraggiunti a bordo di una Opel Astra due cittadini macedoni, rispettivamente di 27 e 37 anni: dopo aver parcheggiato l’auto hanno prelevato dal portabagagli due sacchetti della spesa contenenti 19 involucri di cellophane nei quali erano riposte banconote di vario taglio (dai 5 ai 500 euro).

L’auto a bordo della quale sono arrivati i due macedoni

Erano così ignari della presenza delle forze dell’ordine da aver chiesto di entrare in azienda a due ispettrici in borghese delle fiamme gialle beriche, impegnate nella cintura di sicurezza esterna: queste, dopo aver intravisto il contenuto delle buste, li hanno lasciati entrare dando pronto avviso ai colleghi che stavano già operando nei locali aziendali, dove i due “spalloni” sono stati bloccati ed identificati ed è stato loro sequestrato il denaro contante trasportato: ben 200 mila euro.

Considerato che gli stessi non hanno voluto spiegare il motivo della loro presenza e la provenienza del denaro, peraltro destinato a quella che dalle indagini svolte dalla Finanza milanese è una società coinvolta nel riciclaggio dei proventi del narcotraffico, è stato dato immediato avviso al pubblico ministero della Procura della Repubblica di Vicenza che era di turno, il quale, in coordinamento con la magistratura meneghina, ha disposto l’arresto in flagranza dei due e il sequestro preventivo d’urgenza del denaro.