Calano gli abitanti (anche gli stranieri): trend negativo da sei anni per il capoluogo

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Una culla

Il Comune di Vicenza elabora, all’inizio dell’anno, la “fotografia” demografica della popolazione residente nel 2017. E ne emerge un quadro che, purtroppo, conferma la tendenza degli anni scorsi: il dato è di 111.620 residenti al 31 dicembre, lo 0,5 per cento in meno rispetto all’anno prima. Il trend è in calo dal 2011 (con l’eccezione di un aumento di 15 residenti nel 2013), con i segni negativi più pesanti proprio negli ultimi tre anni: -646 abitanti nel 2015, -755 nel 2016 e -578 l’anno scorso. Le cause sono soprattutto il basso numero di nuovi nati, che non rimpiazza i decessi.

Natalità. I bambini iscritti per nascita a Vicenza sono leggermente aumentati nel complesso (+10) rispetto al 2016, ma per effetto dei soli nati di nazionalità straniera (256 contro i 243 del 2016), mentre i bimbi italiani sono stati 551, tre in meno rispetto all’anno prima, 20 in meno rispetto a due anni prima.

Gli stranieri. Anche la popolazione straniera conferma l’andamento verso il basso che si registra ininterrottamente da diversi anni. Dai 19.650 abitanti di nazionalità straniera che si registravano nel 2012, infatti, anno in cui si raggiunse il picco con una percentuale del 17,3% sul totale della popolazione residente a Vicenza, nel 2017 gli stranieri sono scesi a 16.704 unità, pari al 14,7%: un calo di quasi 3.000 unità in cinque anni (-15%), di cui 492 solo l’anno scorso (-2,9%). Fra gli stranieri residenti in città al 31 dicembre del 2017, 3.071 (18,4%) sono nati in Italia e 2.744 in provincia (2.627 proprio a Vicenza, pari al 15,7%). Il 39% ha cittadinanza di Paesi Europei extra Ue (Serbia 14,2%, Moldavia 8%), il 22% proviene da Paesi dell’Asia (Cina 5,2%, Filippine 4,7%), il 18,1% da Paesi UE (in gran parte Romania 13,9%) e 16,7% dall’Africa (4,2% Nigeria, 3,3% Marocco).

L’invecchiamento della popolazione. La contrazione demografica si accompagna anche al generale invecchiamento della popolazione. Nel 2017, come negli anni precedenti, tutti gli indicatori risultano in crescita: l’indice di vecchiaia registra 193 anziani (65 anni e oltre) ogni 100 giovani (0-14 anni), contro i 188 su 100 dell’anno prima e i 182 del 2015.

Le famiglie. Al 31 dicembre 2017 è rimasto costante il numero di famiglie rispetto ad un anno prima, pari a poco più di 51.900 nuclei, con un leggero ritocco verso il basso del numero medio di componenti per famiglia, pari a 2,13. Quanto alla composizione, se l’anno scorso si è confermato il trend al ribasso delle famiglie sia con tre che con quattro componenti, è continuato ad infoltirsi invece il numero delle famiglie composte da una sola persona (41,8%), passate da 21.521 del 2016 a 21.704 del 2017 (+183). Circa un quarto del totale le famiglie con figli: sono 12.919.

 

I matrimoni. Sono ulteriormente diminuiti, sia quelli con rito civile che gli ormai pochi celebrati con rito religioso: 270 in tutto quelli registrati l’anno scorso (erano 410 un decennio prima), con una diminuzione di 20 unità rispetto al 2016. Nel dettaglio sono stati 185 quelli celebrati con rito civile (69%), 85 con rito religioso (31%). A questi dati si uniscono il numero delle unioni civili: 30 nel 2017, di cui 23 tra maschi e 7 tra femmine. Emerge un dato inatteso: su 185 celebrazioni che ci sono state, circa il 30 per cento ha riguardato un italiano con uno straniero. Infine l’età media al primo matrimonio torna lievemente a salire, attestandosi a 35,2 anni per lo sposo e a 32,5 per la sposa.

Il commento dell’assessore Zanetti. “Le cause del calo sono note da tempo – osserva l’assessore alla semplificazione e all’innovazione Filippo Zanetti -: il numero di nati, 807 nel 2017, è inferiore al numero di morti, 1.199; e sono di più le persone che se ne vanno da Vicenza, 3.907 l’anno scorso, rispetto a quanti vengono a risiedervi, 3.721 nel 2017. Tuttavia è importante fare il punto annualmente sui cambiamenti demografici della nostra città, perchè disporre di una fotografia reale ci permette di orientare al meglio le scelte politiche e amministrative, oppure capire che impatto possono avere nella società eventuali scelte politiche in corso di discussione”.