Condannata la coppia di conviventi che nascondeva cocaina nel pianoforte di casa

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Circa 800 grammi di cocaina nascosti in maniera non troppo accurata, occultati nel vano cassa di un pianoforte in salotto e del valore stimato in circa 100 mila euro per la vendita al dettaglio. Droga destinata ai “quartieri alti” di Vicenza e hinterland, da cui ricavare ingenti guadagni come accertato dai poliziotti della Questura protagonisti del blitz della scorsa primavera a Cresole di Caldogno.

Di questa detenzione illecita tutt’altro che di poco conto hanno dovuto rispondere di fronte ad un giudice del Tribunale di Vicenza A.P., uomo di 27 anni di nazionalità albanese, e N.C.C., 38enne compagna e convivente, arrestati in solido lo scorso mese di maggio e poi rilasciati con una doppia denuncia a loro carico per spaccio di sostanze stupefacenti.

In due hanno collezionato in coppia condanne per 7 anni e mezzo di carcere, oltre a complessivi 26 mila euro di sanzioni. A renderlo noto il “Giornale di Vicenza” che ha seguito la vicenda giudiziaria in Tribunale. Nel dettaglio quattro anni per il più giovane, il 27enne albanese, tre e mezzo invece per la compagna, ugualmente giudicata colpevole anche se con ruolo marginale rispetto al convivente, come si evince dalla diversa entità delle pene decise.

Gli investigatori della Questura a maggio posero i sigilli ad una fiorente attività di spaccio di cocaina, dopo aver fiutato il canale di distribuzione ricostruendo contatti tra acquirenti e attraverso pedinamenti e appostamenti in borghese. Non senza una certa ingenuità, la coppia riceveva le visite dei consumatori abituali di “neve”, alcuni dei quali volti già noti alle forze dell’ordine, direttamente in casa propria a Cresole.

La droga sequestrata, poco meno di un chilogrammo come accennato, era già stata accuratamente suddivisa in vari pacchetti ricoperti di cellophane, da consegnare a chi suonava non il pianoforte ma il campanello, in cerca di sballo illecito e alimentando di conseguenza il narcotraffico. La giustizia ordinaria, al termine delle dovute valutazioni del caso in seguito all’acquisizione delle prove schiaccianti, in 6 mesi circa è riuscita ad emanare una prima sentenza di colpevolezza, sui cui i legali difensori dei due imputati, ora condannati alla lunga detenzione in carcere, potranno presentare un doppio ricorso.