Insulti razzisti all’arbitro dalla pelle scura? Per i club solo un polverone ingiustificato

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Un'immagine della partita di domenica sullo sfondo, nel riquadro l'arbitro della sezione di Verona che "emetterà" il verdetto a breve (da www.calciovicentino.it)

Sia i dirigenti della squadra di casa che i colleghi ma avversari tesserati con il club ospite sono caduti dalle nuvole, leggendo stamattina il titolo di un servizio di cronaca sportiva sulla partita Calidonense-Schio, giocata ieri a Caldogno. Valida per il campionato di calcio dilettanti di Promozione. Tutti erano presenti sulla tribuna dello stadio, per un derby vicentino di recupero, ma nessuno di loro avrebbe udito gravi insulti di stampo razzista nei confronti del direttore di gara Ousseynou Sy, giovane arbitro dalla pelle scura appartenente alla sezione di Verona, di origini africane.

Di episodi di riprovevole ignoranza nei campi di calcio di periferia di tutta Italia ne sono piene le cronache ma, almeno secondo le due società vicentine che condividono tra l’altro i colori sociali giallorossi, domenica nulla avrebbe trasceso le consuete proteste. Descritte come colorite e al massimo maleducate come da pessima tradizione nostrana sugli spalti, nei confronti dell’arbitro di turno. Un articolo pubblicato dal Giornale di Vicenza riporta invece che un gruppo spettatori, di fede casalinga secondo il cronista, avrebbe rivolto pesanti offese al fischietto veronese di colore. Una versione dei fatti che sembra avere suscitato incredulità tra chi era presente ieri a godersi la partita di pallone. E quindi smentita in coro. Per i presenti, interpellati dalla nostra redazione, si sarebbero travisate le vibranti lamentele verso l’operato dell’arbitro in un convulso finale di partita (due espulsioni tra i giocatori locali, oltre all’allenatore ospite).

Per il presidente della Calidonense, Andrea Retis, si è levato un polverone senza motivo. “Oggi si dovrebbe parlare di una bella partita, animata in campo soprattutto nel secondo tempo, con tanta gente sugli spalti e un finale di derby con un po’ di tensione, ma non di altro: insulti razzisti pari a zero. Vedremo cosa riporterà l’arbitro nel referto di gara, ma quando si parla di razzismo bisogna usare cautela: siamo sicuri che non sia successo niente di particolare, ci siamo confrontati tra noi dirigenti, presenti in più aree della tribuna. Da parte nostra nessuna volontà di essere o apparire omertosi, stamattina siamo davvero caduti dalle nuvole. Tra l’altro il direttore di gara – continua Retis – non ha nemmeno sfigurato, ha condotto la partita con il suo metro. Francamente che qualcuno dei nostri sostenitori si lasci andare a urla razziste, poi, quando anche ieri abbiamo schierato un difensore centrale e un attaccante (uno dei due espulsi tra l’altro) di pelle scura, questo rasenta il ridicolo”. Un malinteso, un commento “personale”, forse. Tutto potrebbe essere scaturito da una frase infelice, ma nell’ambito sportivo e che non va associato ai sostenitori di casa come viene assicurato da sponda Calidonense.

Interpellati anche i manager sportivi della società Schio, leader nel girone B di Promozione, che per la cronaca ha prevalso sul campo per 2-1. “Forti lamentele frutto del malcontento le hanno sentite tutti gli spettatori nel finale, ma riferimenti alla razza assolutamente no – spiega Ennio Dalla Fina, direttore sportivo della società ospite -. Le critiche rivolte all’arbitro non vanno confuse con altro, i toni erano caldi come accade quasi ogni domenica ma nulla che giustifichi un simile polverone mediatico”. A confermare il sentir comune tra i presenti anche Fabio Dal Santo, responsabile del settore giovanile Schio, che dal suo ruolo di punto di riferimento di ragazzi, calciatori e famiglie non può che tenere sotto controllo episodi simili. “Non ho sentito nulla – spiega -, e nel post partita nessuno ha fatto riferimento ad atteggiamenti di questo tipo”.

Se sia trattato di un bisbiglio in tribuna da parte di qualche singolo individuo, amplificato più o meno consapevolmente, oppure se si sia inveito esplicitamente, a conti fatti potrà dichiararlo solo lo stesso Sy. Quanto accaduto in tribuna sarà accertato dalla sua penna, dopo aver riposto il fischietto: prova saliente sarà costituita dal referto arbitrale che sarà analizzato venerdì 27 dicembre nella sede del Comitato Veneto Figc. Solo il successivo comunicato ufficiale sancirà se si tratti di una bolla di sapone o di un effettivo (ennesimo) caso di razzismo, con le conseguenze del caso.