Campo Marzo, bagolari al posto degli aceri. Critica l’associazione Civiltà del Verde

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Non si placa a Vicenza la polemica per lo sradicamento di tutti gli aceri platanoidi sofferenti da tempo che erano presenti in Campo Marzo in viale Dalmazia.

Le nuove 64 piante son state messe a dimora a partire dallo scorso 9 febbraio. Il progetto di sostituzione, realizzato dallo studio Progea insieme con i due dottori forestali Cesare Cariolato e Michele Carta, direttori dei lavori.

“E’ un primo stralcio – aveva spiegato il sindaco Francesco Rucco – nell’ambito di un progetto molto più ampio di rifunzionalizzazione di Campo Marzo e dell’area urbana circostante fino al giardino Salvi, viale Eretenio, viale Milano e zona stazione. Dal momento che la maggior parte delle piante presenti erano malate o compromesse, abbiamo deciso di sostituirle con altre, dei bagolari che, secondo uno studio eseguito e in base a verifiche di compatibilità, anche sul lungo termine, sono più adatte al luogo. A partire da questo intervento, quindi, al quale ne seguiranno molti altri, arriveremo a realizzare un grande obiettivo di questa amministrazione: la creazione di un quartiere verde che riqualificherà la zona centrale della città”.

Ad intervenire ora, è l’associazione vicentina “Civiltà del Verde”. “Gli aceri platanoidi in Campo Marzo – spiegano in una nota – erano stati piantati alla fine degli anni ’90 in sostituzione dei platani, perché ammalati di cancro colorato. Questa tipologia di alberi vive bene in luoghi freschi e non certo assolati. È stata una scelta sbagliata, ma come sempre accade a nulla sono valsi gli appelli (si veda il GdV del 12 dicembre 1997) per un impianto diverso. Gli aceri sono diventati subito sofferenti, incancreniti, vecchi prima del tempo. Tutto come previsto. Soldi buttati via e un viale dall’aspetto sempre misero. Da rifare”.

“Ora – continua l’associazione che si occupa della salvaguardia e della difesa del patrimonio verde di Vicenza e provincia – sono stati abbattuti, avevano poco più di vent’anni e sostituiti con bagolari. Anche in questo caso: qualcuno ha deciso. Dall’alto. Vada come vada… Sono anni che funziona così! Per noi viale Dalmazia doveva ritornare il Viale dei Platani. Un viale monumentale come lo era nel passato grazie ai suoi platani maestosi. Se si temeva ancora per la malattia si poteva optare per il nuovo clone esente dal cancro colorato, il platano Platanor “Vallis Clausa”. Oppure aspettare qualche anno, ma ritornare al platano”.

 

“E invece è stato piantato il bagolaro. Una bella pianta, niente da dire. Ma non è certo il platano! E se il platano sta bene in terreni umidi anche con ristagno d’acqua come il Campo Marzo (“campo marcio”), il bagolaro detto “spaccasassi” no, ne soffre perché adatto a terreni asciutti, ben drenati, calcarei. Così come teme il trapianto e per questo rimane fermo per una decina d’anni prima di ripartire. Le sue bacche poi si infilano nella pavimentazione e ne nascono una infinità di piantine difficilissime da estirpare. Perché non mettere in conto tutto questo? Perché, vista l’importanza dell’intervento, non farlo diventare motivo di coinvolgimento della città?”.