Covid-19/Veneto: contagio in crescita, aumentati del 22% i ricoveri nel Vicentino

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Infermiere all'ospedale San Bortolo (foto archivio)

Repentino aumento di casi di contagio da nuovo Coronavirus nelle ultime 24 ore nel Vicentino. 81 infatti i casi di tampone positivo registrati nelle ultime 24 ore dalle Ulss Berica e Pedemontana: ieri erano 60, quindi l’aumento è del 35%, superiore alla media nazionale. I malati ricoverati in ospedale sono complessivamente 22: 4 più di ieri (+22%); 14 i ricoverati all’ospedale San Bortolo di Vicenza (7 in terapia intensiva), 8 in quella Pedemontana (ospedali di Bassano e di Santorso). A Santorso sono una ventina iu posti letto predisposti nell’area Soap (Struttura Operativa per l’Accettazione e la Programmazione clinico assistenziale) e alcuni sono già occupati.

I dati si riferisco alle ore 18 e segnano anche, dal 21 febbraio ad oggi dal San Bortolo sono giù state dimesse 5 persone mentre sono salite a 340 le persone in sorveglianza attiva: ben 255 nell’Ulss 7, buona parte dei quali nell’Alto Vicentino.

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Pubblicato da Luca Zaia su Martedì 10 marzo 2020

Per quel che riguarda il Veneto, i casi di Covid-19 alle ore 17 di oggi erano 913, di questi i ricoverati sono 233 (uno su quattro), 69 in terapia intensiva (quasi il 23% dei ricoveri). Gli ospedali più sotto pressione sono Ca’ Foncello a Treviso (70 ricoveri più 7 in terapia intensiva), la Clinica universitaria di Padova (34 ricoveri più 17 in terapia intensiva), la clinica universitaria di Borgo Roma a Verona (20 più 2 in terapia intensiva), l’ospedale dell’Angelo di Mestre (19 più 11 in terapia intensiva).

I 450 posti letto di terapia intensiva strutturali e operativi negli ospedali veneti presentano al momento un tasso di occupazione medio dell’80%. 67 di questi sono occupati da pazienti affetti da coronavirus. Da ieri, lunedì, ai 450 posti se ne sono aggiunti altri 48, attivati senza bloccare l’attività, che costituiscono il primo “contingente” di rafforzamento della dotazione deciso per fronteggiare l’emergenza e portano il totale a 498. Lo comunica la Regione quale esito del monitoraggio aggiornato riguardo ai posti letto di terapia intensiva in Veneto. Sono anche in allestimento altri 120 letti di terapia subintensiva aggiuntivi a quelli esistenti.

Intanto è iniziata in Veneto l’operazione di rientro in servizio di tutti gli operatori sanitari asintomatici, posti finora in isolamento per contatto a rischio di Coronavirus e sottoposti a sorveglianza attiva. Alla data di oggi, gli operatori in isolamento domiciliare perché contatto stretto di caso sono in Veneto 656, dei quali 100 dell’Azienda Ospedaliera di Padova, 95 dell’Azienda Ospedaliera Integrata Universitaria di Verona, 12 dell’Ulss 1 Dolomiti, 28 dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, 202 dell’Ulss 3 Serenissima, 11 dell’Ulss 4 Veneto Orientale, 52 dell’Ulss 5 Polesana, 54 dell’Ulss 6 Euganea, 64 dell’Ulss 7 Pedemontana, 9 dell’Ulss 8 Berica, 23 dell’Ulss 9 Scaligera, 6 dell’Ospedale di Negrar.

Alle direzioni sanitarie la Regione ha inviato anche le procedure da seguire per il rientro, per la gestione dei casi sintomatici o asintomatici (con tampone negativo o positivo), per la dotazione di sicurezza da assicurare a tutto il personale, sanitario e non, che operi in stanze con pazienti Covid-19, in altre aree di transito dei pazienti, al triage, nei laboratori, nelle aree amministrative, negli ambulatori intra-ospedalieri e del territorio, in tutti gli ambulatori, nelle sale d’attesa, nelle ambulanze e nei mezzi di trasporto, nell’assistenza domiciliare.

“Ringrazio uno per uno tutti i 57 mila lavoratori della nostra sanità che si stanno prodigando senza porre limiti alla fatica – dice il presidente della Regione Luca Zaia – e assicuro tutti che questa decisione è stata presa su basi rigorosamente ed esclusivamente scientifiche. Ce lo hanno indicato i nostri esperti di fama internazionale ed è sulla base di questi loro pareri che abbiamo chiesto al Ministero della Sanità di modificare la normativa in questione. Il Ministero ha accolto la nostra segnalazione e l’ha inserita nel decreto 9 marzo 2020 nr.14. In totale sicurezza siamo così riusciti a dare una boccata d’ossigeno al nostro sistema sanitario, che sta dimostrando efficienza e abnegazione anche superiori a quelle che già conoscevamo”. “Il rientro in servizio di questi operatori – aggiunge l’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin –  si aggiunge alla massiccia operazione di ingaggio di nuovi medici e operatori con procedura d’urgenza che stiamo attuando con 525 nuove assunzioni scorrendo le graduatorie già formalizzate di Azienda Zero. I nuovi provvedimenti assunti a livello nazionale, peraltro, ci consentono anche di guardare all’esito dei due bandi di agosto che abbiamo lanciato per i medici laureati e abilitati, ma non ancora specializzati. Allora erano rivolti a dare una risposta immediata alla carenza di medici che già si palesava pesantemente. Oggi potrebbero essere utilissimi anche per fronteggiare la grande e imprevista emergenza coronavirus”.

Nella lettera inviata oggi dalla Direzione Prevenzione, si specifica, tra l’altro, che nell’esecuzione dei tamponi priorità assoluta viene data alle richieste per finalità cliniche di pazienti gravi, e successivamente alle richieste degli operatori sanitari, che verranno comunque evase con tempestività. “Tali indicazioni – è precisato nella comunicazione alle Ullss – derivano dal confronto tecnico in ambito nazionale e regionale e dalla valutazione dei documenti internazionali in materia”. Ulteriori indicazioni saranno trasmesse a stretto giro qualora pervenissero aggiornamenti nazionali.