Due indagati per la morte misteriosa di Vanessa. Dubbi sulle cause dell’addio alla 23enne

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Un'immagine della ragazza (pubblicata dalla testata locale "Caserta C'è") e sullo sfondo l'inizio di via Astichello

Emergono i nomi di due uomini, un cittadino italiano e uno straniero, nell’inchiesta aperta dalla Procura berica in seguito alla morte di Vanessa Bruno, la vicentina d’adozione – era di origini campane – deceduta in circostanze per niente chiare lo scorso 8 gennaio in un condominio popolare di viale Astichello, a Vicenza.

A darne evidenza è un ampio servizio sul caso offerto dal Giornale di Vicenza. Una morte che inizialmente passò sottotraccia, anche in virtù delle bocche “cucite” da parte delle forze dell’ordine in seguito alle recenti direttive sulla diffusione delle notizie di cronaca, e che con il passare dei giorni, invece, assunse sempre più i contorni di un “giallo”.

Tanto che all’ipotesi della morte naturale, quantomeno poco probabile per una ragazza di 23 anni appena, si sono via via affiancati dei dubbi legati ad ambienti della droga. Un altro tassello da riempire è orientato a capire re come mai i soccorsi siano stati richiesti troppo tardi: la giovane salita in Veneto della provincia di Caserta sarebbe stata lasciata sola e forse già esanime su un divano, nell’appartamento di quello che veniva definito solo come conoscente. Il riferimento è all’inquilino dell’alloggio di proprietà del Comune di Vicenza, un 50enne pregiudicato per reati legati all’ambito della tossicodipendenza.

Presente in quelle drammatiche ore di sabato 8 gennaio anche una terza persona, un altro uomo, che nelle fasi iniziali non aveva un nome e la cui identità sarebbe emersa solo dopo un interrogatorio. Nessuna notizia ufficiale sull’evolversi delle indagini giunge per ora dalla Procura berica, che mantiene il riserbo dovuto. I soggetti indagati sono il 50enne italiano R.F., e il 32enne B.R., proveniente da uno stato balcanico non meglio precisato. Il più giovane dei due sarebbe stato un amico della modella e influencer italobrasiliana, ma le relazioni effettive tra i componenti del terzetto rimangono ad oggi sconosciute. Così come, intorno all’unica certezza relativa alla morte improvvisa della 23enne, ignoto ai più rimane cosa sia accaduto in quel tardo pomeriggio nel condominio di viale Astichello.

Qualche spiraglio di verità potrebbe emergere dall’esito dell’esame autoptico sulla salma di Vanessa, disposto dal magistrato di turno in seguito ai rilievi dei carabinieri del comando berico. Accertare la causa del decesso e sottoporre all’attenzione degli inquirenti i risultati tossicologici di laboratorio permetteranno, si spera, di far prendere una direzione univoca alle indagini e di far luce ai fatti. Il funerale della 23enne si è celebrato lo scorso 16 gennaio in città.