Elettricità e carburante, Confcommercio: “Abbattere Iva e imposta erariale, sui carburanti rivedere le accise”

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Situazione che si fa ogni giorno sempre più difficile per per le imprese vicentine, costrette a combattere contro lo spropositato aumento dell’energia elettrica e che ora si trovano un ulteriore problema: quello del costo del carburante salito alle stelle. Secondo Confcommercio Vicenza si devono abbattere Iva e imposta erariale sull’elettricità, fino eventualmente arrivare al prezzo amministrato. E anche sui carburanti l’associazione di categoria indica il percorso da seguire, via l’Iva sulle accise.

Molte imprese, sopratutto della ristorazione, panificazione e pasticceria, settore alimentare e dell’ospitalità hanno subito nel 2021 aumenti ai massimi storici. Dopo due anni duramente provati dalla pandemia gli imprenditori si ritrovano oggi in una situazione che risulta ancora più grave, il conflitto in Ucraina potrebbe essere per molti il colpo definitivo. Un indicatore di quanto sta accadendo, complice anche le tensioni sui prezzi causate proprio dalla guerra,  lo fornisce il Pun, acronimo di Prezzo Unico Nazionale, che è il prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia elettrica acquistata sul mercato della Borsa Elettrica Italiana.

Secondo le ultime rilevazioni il valore medio del Pun dei primi nove giorni di marzo è di circa 390 euro a megawattora; a dicembre era stato di 281,24 euro a megawattora, tanto per avere un raffronto. Un trend al rialzo che si unisce all’aumento dei prezzi del gas, così come a quello dei carburanti, con il diesel che ha sforato quota 2 euro. “Questi incrementi dei costi rischiano di essere una mannaia sulle nostre imprese – rileva preoccupato Sergio Rebecca, presidente di Confcommercio Vicenza -, tanto più che i riflessi del caro energia colpiscono anche i consumi, visto che il salasso in bolletta toglie risorse alle altre spese per beni e servizi”.

Sergio Rebecca, Presidente Confcommercio Vicenza

Una situazione straordinaria che, per il presidente Rebecca richiede una risposta altrettanto straordinaria. “Confcommercio nazionale sta chiedendo al Governo ulteriori interventi rispetto ai 15 miliardi già stanziati. Già prima dello scoppio del conflitto in Ucraina la Confederazione stimava una spesa energetica nel 2022 per le imprese del terziario di mercato di quasi 30 miliardi di euro, con un incremento di oltre il 160% rispetto al 2021. Ma ora queste previsioni potrebbero essere abbondantemente sottostimate”.

” Al di là delle politiche strutturali mirate a diminuire la dipendenza energetica dell’Italia differenziando le fonti, azioni che ovviamente hanno bisogno di tempi lunghi, per noi –commenta Sergio Rebecca– sono urgenti risposte immediate. Per questo chiediamo la riduzione dell’Iva sull’energia elettrica, portandola quanto meno al 5% come avvenuto per il gas e poi, sempre a proposito di energia elettrica, va tolta l’imposta erariale. E se ancora non basta, si deve arrivare ai prezzi amministrati, almeno fino quando i listini continueranno ad evidenziare una insostenibile volatilità”.

Inoltre per Confcommercio Vicenza: “Si deve intervenire sul prezzo del gas usato dalle centrali termoelettriche che può avere riflessi sulle quotazioni della Borsa Elettrica Italiana. Altro fronte di intervento, per l’Associazione, deve essere quello dei carburanti, che incidono sui costi di trasporto e conseguentemente sull’aumento dei prezzi delle merci, che colpiscono a cascata tutte le filiere, fino al consumatore finale. Viste le tensioni sui prezzi del petroliosi deve arrivare quanto meno ad una sterilizzazione dell’Iva sulle accise”.

Non si tratta, certo, di decisioni semplici ed è chiaro che l’Italia deve muoversi in un contesto europeo, soprattutto se si vogliono anche attuare azioni mirate alle imprese più colpite usando la leva degli aiuti di Stato. “Ma bisogna fare presto – sottolinea il presidente Rebecca – perché le imprese non possono sostenere a lungo questi rincari, soprattutto dopo aver messo in gioco gran parte delle proprie risorse per affrontare l’emergenza Covid. E dopo gli interventi emergenziali bisogna rivedere la politica energetica del Belpaese, –conclude il presidente di Confcommercio Vicenza – abbiamo scontato in passato un vizio di fondo: pensare che le risorse energetiche sarebbero sempre state abbondanti e a prezzi convenienti. Ora serve il cambio di passo verso modelli più sostenibili, garantendo però al tempo stesso una politica energetica incardinata sulla sicurezza delle forniture, assieme a sostenibilità economica e sociale”.