Furti a raffica sugli autobus Svt in sosta. Asportate le marmitte per rivendere i materiali

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Raid notturni nel deposito della stazione delle autocorriere di Svt a Vicenza, dove vengono rubati a più riprese i catalizzatori per lo scarico delle emissioni. Si tratterebbe di più di un singolo episodio recente, in attesa di conferme da parte della società vicentina che gestisce i traporti pubblici, con furti ad opera di una banda specializzata nell’asportazione di metalli preziosi quasi quanto l’oro nel mercato.

Danni da quantificare, ma si parla di almeno 200 mila euro per quanto concerne il reale valore delle marmitte catalitiche o catalizzatori spariti dagli autobus lasciati in sosta, con i blitz portati a termine in orario notturno. A sventare l’ultimo colpo in ordine di tempo, nei giorni scorsi., sarebbe stata la vigilanza privata, dopo la segnalazione giunta su figure che armeggiavano sui mezzi.

Un’ondata di furti mirati che sta mettendo in ginocchio il deposito degli autobus di Svt in viale Fusinieri. Con la banda specializzata composta da “meccanici” che sanno dove andare a parare per smontare dai mezzi pubblici i catalizzatori. Con l’obiettivo poi di rivenderne i metalli rari e preziosi sul mercato nero. A darne notizia un servizio di cronaca pubblicato sul Giornale di Vicenza.

La notizia, trapelata solo ieri, rivela un modus operandi audace: i ladri si introducono nel deposito nottetempo, armati di flessibili, e in pochi minuti riescono a staccare i dispositivi. Non è la marmitta in sé l’obiettivo, ma i suoi preziosissimi contenuti: palladio, platino e rodio, metalli che possono valere fino a 10 volte il prezzo dell’oro, raggiungendo quotazioni di 800 mila euro al chilo come si evidenzia nel testo. Cifre da capogiro nel torbido mercato nero.

Un esempio di dispositivo catalizzatore per mezzi di grandi dimensioni, simile a quelli trafugati (foto dal web)

La denuncia presentata dai vertici di Società Vicentina Trasporti alle forze dell’ordine ha permesso di acquisire i filmati di videosorveglianza, che potrebbero fornire elementi utili all’individuazione dei componenti del gruppo criminale. Inoltre, si discute in queste ore su quali misure adottare per “difendere” gli autobus da questi raid, che oltre a provocare danni su una dozzina di mezzi pubblici, fin qui, rischiano di pregiudicarne la piena operatività.