In 2500 alla manifestazione antifascista. Denunce in arrivo per le prescrizioni violate?

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Foto Bocciodromo Vicenza

Non si placa a Vicenza la polemica dopo la votazione in consiglio comunale che a maggioranza ha votato il 9 giugno il nuovo regolamento per il Canone di occupazione degli spazi pubblici (Cosap) in cui viene abolita la “clausola antifascista“, introdotta dalla precedente amministrazione guidata da Achille Variati. La proposta era stata presentata dall’assessore al commercio, Silvio Giovine, della lista di centrodestra Idea Vicenza e il nuovo regolamento prevede la concessione a chi «dichiara di riconoscersi nei principi e valori fondamentali della Costituzione Italiana e dello Statuto Comunale, e di ripudiare ogni forma di totalitarismo e di condannare l’uso della violenza a fini politici».

Giovedì sera si è tenuta la manifestazione organizzata dalle forze antifasciste vicentine: dal Centro Sociale Bocciodromo alla Cgil e a molte associazioni, ma anche singoli cittadini contrari alla scelta dell’amministrazione Rucco. Circa 2.500 i partecipanti, per una manifestazione che era temuta come fonte di disordini, in particolare per il rischio di “contatto” fra opposte fazioni e per il clima che l’ha preceduta, con l’atto incendiario alla sede della fondazione Caracol Olol Jackson di viale Crispi e per la denuncia per minacce presentata, sull’altra sponda, dallo stesso Giovine dopo che sui social era apparsa una sua foto a testa in giù, in “stile” piazzale Loreto.

Il raduno era ieri sera per le 21 in piazza Castello: il questore Antonio Messineo, applicando le normative anti-Covid aveva prescritto che i partecipanti non realizzassero un corteo ma solo un presidio. Ciò nonostante, un serpentone  con fumogeni rossi ha raggiunto il Municipio di Vicenza, e quindi in piazza dei Signori. Le prescrizioni erano state decise alla fine del comitato provinciale per l’ordine pubblico – tenuto solo poche ore prima – che aveva previsti anche rinforzi di carabinieri e polizia da altre province.

La manifestazione, con la quasi totalità dei partecipanti (va detto) muniti di mascherina, ha raggiunto – senza interventi da parte delle forze dell’ordine – palazzo Trissino e un manifestante con una scala ha attaccato a balcone una bandiera antifascista. I partecipanti hanno quindi terminato il percorso in piazza dei Signori, sempre chiedendo la reintroduzione della clausola antifascista; le dimissioni degli assessori e consiglieri comunali “coinvolti in questa grave decisione e già collusi con gli ambienti neofascisti”; la cessazione delle frequentazioni, gli incontri e gli ammiccamenti con le formazioni neofasciste da parte di membri dell’attuale maggioranza; e lo stop alle “politiche discriminatorie, escludenti e securitarie, la guerra alle persone marginalizzate”. E proprio in piazza dei Signori sono giunti alcuni esponenti di estrema destra ed è avvenuto un contatto che ha reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Ora dalla questura potrebbero essere in arrivo i provvedimenti sia per la violazione delle prescrizioni, che delle norme anti-assembramento.

Il post dell’assessore Giovine del 10 giugno scorso che ha scatenato la reazione delle opposizioni e delle forze antifasciste a Vicenza

“La manifestazione di ieri – ha commentato oggi il vicesindaco Ennio Tosetto – ha rappresentato l’espressione di un pensiero che non condivide una scelta fatta da un’amministrazione democraticamente eletta, e questo ci sta. Viviamo in un paese libero e nulla può limitare l’espressione di un’opinione e di ciò che si pensa. Quello che non può essere condiviso è il modo in cui si è svolta, ovvero in palese violazione delle prescrizioni post Covid-19, con assembramenti che sono ancora vietati e con un corteo che era stato espressamente negato dal questore, senza parlare dell’affissione non autorizzata di una bandiera nella facciata del municipio. Non possiamo condividere anche perché tutti noi, in questo momento, dobbiamo sottostare a delle regole chiare e mirate a non farci tornare in emergenza sanitaria. Abbiamo appreso dai media che ci sono indagini in corso per cui aspettiamo riscontri”.

“Voglio anche sottolineare – prosegue il vicesindaco – che con la modifica del Regolamento per l’occupazione del suolo pubblico approvata dal consiglio comunale non è stata eliminata la clausola antifascista, ma è stata semplicemente sostituita ed ampliata contro tutti i totalitarismi, come previsto dalla Costituzione e dalle istituzioni europee. Per cui contro il fascismo, contro il nazismo, contro il comunismo e tutte quelle forme dittatoriali che nel corso della storia hanno negato le libertà, provocato morte, soprusi e distruzione; oltretutto lo abbiamo dimostrato più volte nei fatti e lo faremo anche in futuro. In pratica la manifestazione di ieri sera suona molto come un pretesto per un attacco politico a questa amministrazione. Comunque, adesso che tutti hanno espresso la loro opinione politica, mi auguro che il confronto si sposti sui veri problemi della città, soprattutto dopo l’emergenza da Coronavirus”.