Inquinamento Pfas alla Miteni: rinviati a giudizio tutti e 15 gli indagati

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Un'immagine raccolta durante un'udienza del processo Pfas della scorsa primavera all'esterno del tribunale

Vanno tutti mandati a processo gli indagati per l’inquinamento da Pfas alla Miteni di Trissino. Lo ha comunicato nel pomeriggio in aula in Tribunale a Vicenza, dopo sei ore di udienza preliminare, il giudice delle indagini preliminari Roberto Venditti. Soddisfatte le associazioni ambientaliste e dei genitori No-Pfas, che hanno presidiato il Palazzo di Giustizia.

Tutti e 15 gli indagati sono stati quindi rinviati a giudizio per avvelenamento di acque e disastro aggravato e inquinamento ambientale sono le gravi accuse a cui sono chiamati a rispondere gli imputati. Il 13 aprile gli avvocati difensori avevano chiesto il non luogo a procedere nei confronti della Società Mitsubishi Corporation, alcuni manager Miteni e il fallimento. Successivamente era stata la volta dei difensori degli imputati della lussemburghese Icig e di altri imputati.

Per i reati commessi dal 2013 al 2018 la procura di Vicenza aveva fatto propri i rilievi avanzati dalle società idriche (Acque del Chiampo, Acquevenete, Acque Veronesi e Viacqua) tutte costituitesi parte civile, riconoscendo agli imputati la responsabilità della continuazione nel reato. A fine marzo il giudice Venditti aveva deciso di riunire i due procedimenti penali per inquinamento provocato dall’azienda Miteni spa di Trissino. Immediatamente dopo i pm Barbara De Munari e Hans Roderich Blattner avevano chiesto il processo per tutti e quindici gli indagati. Le accuse: disastro ambientale e bancarotta fraudolenta. Una trentina le parti civili, tra cui la Regione Veneto. La prima udienza del processo è in calendario per il primo luglio.