Dai domiciliari all’obbligo di firma e infine in carcere: condannato il pusher delle scuole

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Il materiale sequestrato dai carabinieri dopo il controllo dello scorso marzo

Una parabola che dall’arresto dello scorso marzo sembrava riportarlo, come spesso accade, alla piena libertà, ma che l’ostinata perseveranza nel non rispettare le regole e sprecare le chance di ravvedimento gli aprirà infine le porte del carcere. E’ stato condannato a 1 anno e 9 mesi di reclusione, oltre che al pagamento di 8 mila euro di multa, un giovane di 23 anni di Monticello Conte Otto, salito alla ribalta della cronaca locale per la doppia vita da operaio e di spacciatore di hashish e marijuana. Gli “affari illeciti” fruttavano euro facili sfruttando l’ingenuità e i soldi in tasca di acquirenti minorenni, dando loro appuntamento nelle vicinanze delle scuole “Don Bosco” di Cavazzale, spesso lungo la pista ciclabile o nei parchi cittadini.

Inoltre, in regime di custodia attenuata, I.B. (queste le iniziali) ai primi di giugno aveva pensato bene di presentarsi in tenenza dei carabinieri di Dueville – era sottoposto all’obbligo di firma in quel periodo – con un pacchetto di “maria” nascosto nel marsupio. Circa 80 grammi, non proprio una quantità risibile.

A bloccare il rifornitore di sostanze illecite nel marzo 2019 furono proprio i militari dell’Arma su iniziativa di alcuni genitori e dell’allora sindaco Claudio Benincà, una segnalazione che sapeva di disperazione da parte delle famiglie del posto, raccolta dai carabinieri che conoscevano i movimenti di alcuni pusher attivi in zona e dei floridi affari illeciti in corso. In quell’occasione il sospettato fu messo spalle al muro ad un controllo mirato: deteneva circa 70 grammi di hashish in tasca e 120 di marijuana dove viveva, emersi nel corso alla perquisizione domiciliare, oltre a svariate centinaia di euro in contanti ritenuti provento dello spaccio.

Il processo a carico del giovane di Cavazzale si è concluso nei giorni scorsi, come riporta il Giornale di Vicenza odierno, con la condanna in primo grado in rito abbreviato. Il giudice non ha concesso la sospensione della pena e, quindi, salvo colpi di scena o misure alternative, il 23enne sarà prelevato dalle forze dell’ordine e accompagnato nella casa circondariale di S. Pio X, dove potrà riflettere a lungo sul suo operato.