No a cibo sintetico e dieta unica mondiale: nel vicentino raccolta firme contro i prodotti-Frankestein

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Anche il vicentino è pronto a dire no ai prodotti-Frankestein e Coldiretti avvia la raccolta firme contro latte, carne, pesce prodotti in laboratorio, promuovendo al loro posto un’alimentazione tradizionale sana e naturale.

“Dietro il business della carne in provetta si nascondono rilevanti interessi economici e speculazioni internazionali dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare mondiale e a minare le basi della dieta mediterranea e di una sana alimentazione che l’Unione Europea a parole difende”, dice Chiara Bortolas, presidente regionale di Coldiretti Donne Impresa, che denuncia l’intenzione nascosta dietro ai prodotti Frankestein di “promuovere una dieta unica mondiale”.

La raccolta firme
È già tutto pronto per dire no al cibo sintetico con la raccolta firme promossa da Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition su tutto il territorio nazionale, anche nel vicentino. Nell’operazione sono coinvolte tutte le articolazioni di Coldiretti Veneto, attraverso i mercati dei produttori e gli uffici periferici, sfruttando le svariate occasioni di presenza capillare dalle manifestazioni alle rassegne dedicate alle tipicità locali.
“Le multinazionali del latte senza vacche, della carne costruita in laboratorio, del pesce finto, stanno cercando di imporre sul mercato prodotti ‘Frankenstein’ che presto potrebbero avere il lascia passare europeo con le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio – spiega Chiara Bortolas – Per questo è importante l’impegno di tutti, nessuno escluso. È necessario sensibilizzare i cittadini sui rischi che potrebbero esserci, valorizzando quello che è il nostro pane quotidiano: il cibo naturale”.

“La demonizzazione di bistecche, braciole, prosciutti, salami, formaggi – dice Chiara Bortolas – che hanno dietro milioni di lavoratori europei, coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. Si tratta infatti di una profonda contraddizione che colpisce le tipicità tradizionali, che hanno bisogno di sostegni per farsi conoscere sul mercato e che rischiano invece di essere condannate all’estinzione mentre la ‘carne Frankenstein’ ottenuta in laboratorio da cellule in vitro è oggetto di forti investimenti.