Oltre 300 milioni per i servizi sociali nel vicentino e la spesa continua a crescere

La spesa per i servizi sociali in provincia di Vicenza supera i 300 milioni di euro l’anno ed è in crescita del 12,6% negli ultimi 5 anni.
Cifra suddivisa tra il finanziamento coperto dal servizio sanitario nazionale, il cui contributo è aumentato di 20 milioni nel quinquennio e un incremento ancora più marcato di investimento da parte dei Comuni, che hanno visto la loro quota salire da 80,7 a 93,9 milioni, con un balzo di oltre il 16%. E’ rimasta invece invariata la quota a carico dei cittadini (12,9 milioni nel 2022 contro 12,5 milioni nel 2018).
Su quali bisogni e destinatari si concentra la spesa per i servizi sociali provinciali?
A livello complessivo, la maggior parte delle risorse è destinata all’assistenza agli anziani (47,7% della spesa complessiva per il sociale), seguita dalla disabilità (22,7%), famiglie e minori (13,8%), contrasto della povertà (9,8%) e, in modo più marginale, per la multiutenza (2,7%), per le dipendenze (2,4%) e per l’immigrazione (1%). Se si considerano i soli finanziamenti a carico dei Comuni le cose cambiano e la principale voce di spesa sono la famiglia e i minori (34,9%), seguita da disabilità (27,6%), mentre i servizi per gli anziani sono al terzo posto (16%), seguiti dal contrato alla povertà (9,1%), la multiutenza (8,7%), l’immigrazione (3,2%) e le dipendenze (0,4%).

L’obiettivo dell’analisi
“L’obiettivo della Fondazione di Comunità Vicentina per la Qualità di Vita non era fare una classifica dei Comuni più o meno virtuosi o dei bisogni per priorità, perché è evidente che è impossibile esprimere una priorità di importanza ad esempio tra la tutela dei minori e l’assistenza agli anziani – spiega il presidente Sante Bressan – Piuttosto abbiamo voluto realizzare una ricognizione strategica per capire l’evoluzione della domanda dei servizi sociali, in quali aree si concentra maggiormente la spesa e viceversa in quali aree un sostegno tramite iniziative solidali potrebbe essere maggiormente efficace, anche sulla base delle specificità territoriali. Questo coerentemente con la nostra missione che è quella di accompagnare i privati cittadini, ma anche le persone e gli enti che desiderano mettere a disposizione risorse, competenze ed energie al servizio del territorio, aiutandoli a definire la loro strategia filantropica e a generare un impatto positivo”.
La spesa per il sociale e la sua evoluzione
In provincia di Vicenza la spesa annua per i servizi sociali e socio-educativi ammonta ogni anno a oltre 300 milioni di euro: nel 2022, ultimo anno per il quale i dati sono disponibili, è stata pari a 302.159.558 (fonte ISTAT), con una crescita del 3,6% rispetto all’anno precedente e del 12,6% rispetto a solo 5 anni prima. Proprio l’andamento storico evidenzia un incremento progressivo della spesa per il sociale, con una pausa solo in occasione della fase iniziale della pandemia, probabilmente per la sospensione temporanea di molti servizi.

L’importanza dei contributi dei privati
“Da questi dati emerge prima di tutto un crescete impegno di risorse da parte dei soggetti pubblici, in primis i Comuni del territorio, che pur con una serie di specificità stanno certamente facendo la loro parte – commenta Nicol Gastaldello, coordinatrice della Fondazione QuVi –. In questo contesto di spesa già crescente, è evidente l’importanza che può avere la generosità dei privati, sotto forma di lasciti o donazioni, per realizzare nuovi progetti. Pensiamo ad esempio ad un ambito sotto pressione come la tutela dei minori con disagio psichico e alla recente attivazione della comunità educativa e riabilitativa Casa Dalla Rovere, che ha sede a Thiene ma può accogliere adolescenti provenienti da tutta la provincia. Non solo: nuovi progetti come questo possono avere un impatto positivo non solo su determinate forme di fragilità nel nostro tessuto sociale, ma anche sul sistema dei servizi sociali nel suo insieme, perché a lungo termine possono risparmi su altre voci di spesa. Pensiamo ad esempio ai progetti Reti di Vicinanza Solidale, nell’Alto Vicentino, e Incroci di Famiglia, nell’Area Berica, a supporto di famiglie con figli minori che necessitano di essere accompagnate o sostenute nello svolgimento di alcune attività della vita quotidiana o nel raggiungere alcuni obiettivi educativi, che in prospettiva favoriscono il superamento in autonomia “assistita” di eventuali situazioni di difficoltà temporanea, riducendo così la domanda di servizi ai Comuni”.

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