Piano faunistico venatorio, a Vicenza tutelato solo il 5,25% della pianura

“Dalle cartografie e tabelle del nuovo Piano faunistico venatorio emergono dati sconcertanti. A Vicenza è protetto solo il 5,25 per cento del territorio agrosilvopastorale di pianura quando la legge statale, la 157/1992 all’articolo 10 prevede che negli Ambiti territoriali di caccia ci sia una forchetta variabile dal 20 al 30 per cento. Non è così che si tutela la fauna selvatica, una cartina del genere equivale a una condanna per tutti gli uccelli migratori che transitano per la provincia di Vicenza. A livello regionale va meglio, 18,47 per cento, ma sempre al di sotto di quanto previsto dalla normativa nazionale”.

Queste le parole di Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, che nei giorni scorsi nel capoluogo berico ha illustrato il Piano venatorio, in discussione a partire da settembre a Palazzo Ferro Fini.

“Una misura del genere è un’offesa all’intelligenza, oltre che una palese violazione dei pilastri della riforma sulla caccia del 1992. Vicenza non può essere una Repubblica a sé stante. Chiediamo e continueremo a chiedere il rispetto della legge” aggiunge. “Un’altra pecca – spiega ancora – è la presenza di soli due Ambiti di caccia che, viste le dimensioni, cancellano ogni legame tra cacciatore e territorio. La superficie è di 100mila ettari ciascuno, quando Ispra raccomanda, proprio per questo motivo e per un miglior autocontrollo dei cacciatori, di non andare oltre i 20mila ettari. A parità di superficie, per esempio, gli Atc di Verona e Padova sono sei e a Treviso ben dieci”.

Nel corso della serata sono intervenuti molti cittadini, rappresentanti della associazioni ambientaliste (Wwf, Lipu, Enpa, Oipa, Lav, Lac) da tutta la provincia, oltre ad attivisti e volontari del Cras, Centro recupero animali selvatici. Il consigliere Zanoni spiega: “C’è chi ha lamentato danni ad animali e cose, provocati dalle doppiette, chi è esasperato dai molteplici controlli nel proprio terreno interdetto alla caccia col fine di renderlo cacciabile, addirittura sulle dimensioni delle tabelle che indicano il divieto. Nel Comune di Arcugnano, viene ridotta fortemente, più che dimezzata, l’area protetta del Lago di Fimon tutelata dalla Rete Natura 2000 dell’Unione Europea; il rappresentante provinciale della Lipu ha sottolineato come le Sorgenti del Bacchiglione, altro sito rete Natura 2000, in base a questo piano non siano interdette alla caccia. È una cosa di una gravità inaudita dato che vi sostano e si riproducono molti animali rari; inoltre si svolge un’intensa attività didattica e di svago che non deve essere minacciata dalle sparatorie delle domeniche autunnali. L’attuale istituzione, da parte della Provincia, di un parco di interesse locale infatti non è sufficiente a escluderne la caccia, perciò proporremo l’istituzione di un’Oasi naturale”.

“Nei prossimi giorni – conclude Zanoni – organizzerò altri incontri per illustrare il Piano faunistico venatorio, per spiegare la procedura su come chiedere il divieto di caccia nei propri terreni, aumentare le aree vietate alle doppiette e prevedere maggiori norme di tutela per gli animali”.