Insulti razzisti nello stadio di provincia. Bersagliato un dj e calciatore dilettante

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Nel riquadro una foto di esultanza di Fc Vicenza (immagine dal portale Calciovicentino.it)

Per buona parte del secondo tempo un gruppetto di tifosi della seconda squadra del Quinto Vicentino (Terza Categoria, calcio dilettantistico) avrebbe apostrofato un giocatore ospite con insulti di stampo razzista. A trascriverlo sul referto di gara l’arbitro del match tra la squadra locale e la nuova realtà Fc Vicenza, disputato domenica 14 ottobre ma tornato alla ribalta solo ieri dopo le comunicazioni ufficiali del giudice sportivo del comitato Figc di Padova. Alla società ospitante è stata inflitta la pena – peraltro sospesa – della squalifica del campo per un turno, che diventerà effettiva in caso di ripetizione di episodi analoghi in un anno. Più una multa da 150 euro.

Il comunicato parla di “epiteti ingiuriosi e triviali riferiti specificamente al colore della sua pelle“, rientranti tra gli atti discriminatori. Una condanna mite dal punto di vista prettamente sportivo ma che nell’ambiente ha già suscitato, in poche ore, una serie di reazioni. Da premettere che ciò che viene annotato dal direttore di gara, giudice nei 90′ di partita, per gli organi di giustizia sportiva equivale a unica prova e da qui vengono attinte le informazioni che si traducono in decisioni, ammende e squalifiche.

Bersaglio delle frasi pesanti sarebbe stato Prince Chinonso Anizoba, noto anche come dj Prince, che abbina la sua carriera di artista nella movida notturna vicentina a quella di calciatore per diletto – e da dilettante – oltre che allenatore della squadra Pulcini nel club di cui indossa la maglia biancorossa. Originario di Lagos, capitale della Nigeria, ma cresciuto a Vicenza fin da bambino.

A mettere in dubbio le trascrizioni dell’arbitro (che probabilmente sarà chiamato a ribadire viva voce la sua versione dei fatti) sul referto entrambe le sponde in campo, secondo le dichiarazioni raccolte in un servizio del Giornale di Vicenza odierno. “Dal campo non ho sentito alcuna frase dal tono razzista – ha dichiarato alla testata il vicepresidente del club di casa Enzo Damiano, in panchina quella domenica -. Con questo non nego il fatto che ci siano state delle proteste, a mio parere però l’arbitro non riuscendo più a tenere in mano la gara ha esagerato travisando magari alcune parole o espressioni. Certo è che questi avvenimenti fanno davvero male, il razzismo non è assolutamente nel nostro dna“. Nemmeno alla panchina ospite, secondo il tecnico Massimiliano Pastore, sarebbero arrivati all’orecchio offese particolari o comunque di stampo razziale. Per la cronaca il team ospite si è imposto per 2-1.

Da evidenziare che nessun tesserato viene citato come autore delle ingiurie, la condanna parziale al club di casa va inteso secondo il principio di responsabilità oggettiva. Anche se è chiaro che il gruppetto di tifosi “incriminati” sono ben conosciuti e potrebbero essere perseguiti in caso venisse accertata la natura razzista degli insulti. Toccherà ora alla giustizia sportiva analizzare nel profondo la questione, in particolare in caso di ricorsi o azioni di tutela dell’immagine da parte dell’Ac Quinto Vicentino, che si è dichiarato tanto incredulo quanto amareggiato per la “triste vicenda”. Ciò che rimane, insieme ai dubbi sull’esatta dinamica dei fatti e il contenuto delle frasi partite dalla tribuna e dirette al dj calciatore, è la “condizionale” sul club per un anno, fino al prossimo autunno.