Rucco punta sui civici: ‘La nostra lista ha fatto la differenza, disaffezione verso voto politico’

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Si mostra disteso e sorridente e del resto non poteva che essere altrimenti: il ballottaggio era nell’aria almeno da giorni – se non da settimane – e Francesco Rucco ha già il pensiero a quello che bisogna fare nel day after di un lunedì di spoglio che ha decretato un 44,06% di consensi per lui contro un 46,23% del diretto sfidante, Giacomo Possamai.

E’ un’analisi lucida quella che il sindaco uscente rilascia ai microfoni di Raitre dove evidenzia non senza soddisfazione il suo risultato personale – la lista Rucco Sindaco con 10.648 preferenze è stata in assoluto la più votata, staccando di 14 punti la formazione di Fratelli d’Italia e, nell’altro campo, quasi bissando il listone civico a sostegno del consigliere regionale dem forte comunque di un buon 13,1% – ed indica nella disaffezione verso un voto definito ‘politico’, quei punti che non tornano come invece erano tornati in quel 2018 dove trionfò al primo turno: “Abbiamo persone valide – ha spiegato ancora Rucco – e lo dimostrano le preferenze ottenute, che avranno tempo e modo di recuperare nel territorio. I partiti sono arretrati rispetto a cinque anni fa, ma il risultato della lista civica è un dato molto significativo”.

Parole che sembrano quasi riferirsi indirettamente a quel rimprovero di Possamai che non più tardi di ieri aveva parlato della ‘sfilata di ministri’ i cui benefici evidentemente erano stati minori del sperato: “Adesso abbiamo davanti il ballottaggio più entusiasmante della storia della nostra città. Si riparte da zero a zero – ha scritto affidandosi ad un post social l’ex Presidente della Provincia ringraziando i suoi sostenitori – ci aspettano due settimane per confrontarci testa a testa. Finalmente abbiamo l’opportunità di dibattere direttamente con il candidato del PD sulla differenza dei nostri due progetti. Tra andare avanti con il rilancio della città che abbiamo avviato in questi anni con il centrodestra civico o tornare indietro alla città ferma e insicura che abbiamo ereditato”.
La corsa verso il giorno che decreterà il ‘dentro o fuori’ è davvero già partita.