Schianto mortale a Sandrigo, la vittima era un autista con la passione per il volo

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Lo scenario dell'incidente di domenica sullo sfondo, nel riquadro la vittima

Sono due i paesi vicentini legati da un dramma terribile, almeno quanto lo scenario a cui si sono trovati di fronti gli utenti della strada provinciale “Marosticana” nel primo pomeriggio di domenica. Oltre ai soccorritori. A Sandrigo, teatro dell’incidente mortale, e a Bolzano Vicentino, cittadina dove viveva la vittima Roberto Picco, all’indomani dello scontro auto-motocicletta con conseguenze letali per il 54enne, morto sul colpo, non si parla d’altro. Ricordando con dolore la sorte toccata all’autista di pullman professione, sposato e padre di un figlio, deceduto per i politraumi riportati dopo un volo di oltre 50 metri dal punto di impatto, dopo aver sbattuto su un ostacolo a bordo strada.

Picco era conosciuto anche nei vari aeroporti del Veneto, in virtù della sua passione per il volo leggero: era infatti proprietario di un velivolo in stallo a Cassola di cui andava molto fiero. La dinamica della violentissima collisione, tanto da far esplodere la moto Suzuki condotta dal 54enne vicentino – Roberto era nato nel 1966 -, è stata ricostruita dai rilievi della polizia locale Nord Est Vicentino, giunta sul posto dell’incidente in territorio comunale di Sandrigo subito dopo le 14.30 di domenica. Due le pattuglie chiamate a operare in uno scenario scioccante, mentre un’ambulanza del Suem arrivata dal capoluogo non ha potuto che far rientro a sirene spente in pronto soccorso. Il motociclista era riverso a terra di fronte al distributore Repsol lungo la Sp248 “Marosticana”, in via della Repubblica. Fatali le lesioni riportate al capo.

A causare la collisione tra una Bmw X1 condotta da un 34enne del posto – S.F. le iniziali, accompagnato a sua volta in pronto soccorso per ferite comunque non gravi – e la moto Suzuki sarebbe stata una manovra di svolta a sinistra proprio verso la stazione di servizio. L’automobilista, che viaggiava solo in direzione Dueville, non si sarebbe avveduto del motociclo che invece proveniva in senso opposto sul tratto rettilineo, colpendolo in pieno. Lasciando poi un corpo esanime sull’asfalto, disseminato di pezzi della moto distrutta. Questo è quanto accertato dalla polizia stradale e reso noto in seguito, dopo i meticolosi rilievi che hanno costretto alla chiusura del tratto per oltre due ore, al pari dell’inevitabile automatica accusa di omicidio stradale nei confronti del più giovane tra i due malcapitati utenti della strada coinvolti del drammatico scontro. Chi ha visto quest’ultimo negli istanti successivi al gran botto udito a distanza di centinaia di metri, lo ha descritto come persona in stato di shock, raggiunto poi da alcuni familiari a supportarlo.

Sulla base di misurazioni e informazioni raccolte sul posto dagli agenti, toccherà ai magistrati del tribunale di Vicenza valutare ogni dettaglio utile alla piena ricostruzione delle responsabilità. Il procuratore di turno, dopo aver acquisito i primi elementi sull’incidente di Sandrigo, sarebbe orientato a concedere il nulla osta alla famiglia per la sepoltura, non riscontrando gli estremi per disporre un esame autoptico. Intanto nella comunità di Bolzano Vicentino e negli ambienti dei circoli di volo della provincia – Roberto era un grande appassionato – si vivono ore di cordoglio e tristezza dopo aver ricevuto la nefasta notizia della sua morte.