Santo Stefano “in rosso”. Il Boxing Day italiano tra attesa dei primi vaccini e restrizioni

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Il giorno dopo Natale, il giorno prima della somministrazione dei primi sospirati vaccini, almeno per l’Europa. Italia compresa. E così nel Veneto e – ci tocca da vicino – per le Ulss vicentine, la 7 Pedemontana e la 8 Berica, che domani con tanto di conferenze stampa nel dì di festa celebreranno con i crismi l’evento eccezionale per il carico immane di speranze che comporta. In 100 a Vicenza a provincia, una prima infinitesima goccia.

Il giorno di Santo Stefano, anch’esso dì festivo, ieri come domani sarà da zona rossa per tutta Italia e il popolo di ogni regione: ci sarà chi scarterà i pacchi dono ancora, almeno tra chi ha rispettato il vincolo dell’unico “viaggio” fuori casa da parenti o amici consentito, e oggi farà una seconda sortita. E chi tenterà di godersi lo spicchio di sole all’aria aperta, tutt’altro che proibita, anche qui seppure con vincoli da rispettare.

Anche oggi ristoranti, bar e negozi chiusi in regime di (quasi) lockdown festivo/prefestivo, e tutti (anche qui con il quasi d’ordinanza) a inventarsi giornate in famiglia, a fare sport vicino a casa, a dedicarsi del tempo libero magari in maniera meno frenetica, per quanto limitante rispetto al ventaglio delle opzioni dell’agognata “libertà” a 360 gradi. Il Boxing Day all’italiana oggi è questo, mentre quello originale nei paesi anglosassoni di fede cristiana si trascorre con la tradizione dei regali da far scartare ai meno fortunati, le partite di calcio inglese della Premiership, i primi saldi di stagione, pur se con restrizioni e varianti di luogo in luogo. Anche se è meglio non parlare di “variante inglese” di questi tempi.

Tornando al Belpaese e per i vicentini al “Belveneto”, regione di cui non si possono varcare i confini se non per comprovate esigenze di salute o lavoro, si è al secondo dei quattro giorno consecutivi di “zona rossa” che caratterizzano Natale e dintorni. L’ultimo Dpcm con successiva modifica a furor di popolo vieta ai cittadini di uscire dal proprio comune di residenza, con deroga per chi vive in paesini con meno di 5 mila abitanti – possibilità di spostamenti per 30 chilometri al massimo ma non nei capoluoghi di provincia – e concedendo una visita al giorno in casa di amici o parenti, per al massimo due adulti più due minori di 14 anni o persona con disabilità o anziane non autosufficienti a patto che siano conviventi.

Il tutto vale nella fascia oraria che va dalle 5 del mattino alle 22 della sera, con il consueto blocco notturno a cui ormai ci si è abituati, invece valido sempre nei giorni feriali di fascia arancione e in quelli festivi e prefestivi in rosso (fino al 6 gennaio compreso). Da ricordare il modello per l’autocertificazione da esibire in caso di controllo. E che, rispettando il limite territoriale imposto, sono consentite passeggiate e jogging nel proprio comune, oltre a portare al “trotto” animali domestici mai così allenati come in questo bizzarro 2020. Per tutto il ventaglio di disposizioni si rimanda all’approfondimento sul testo del Dpcm dello scorso 21 dicembre


Ultimo ma non ultimo, domani, il “gran giorno” ribattezzato come V-day con le prime dosi di vaccino prodotto dallo stabilimento americano Pfizer a essere distribuito in Italia in queste ore, e stoccato nei freezer per la conservazione delle varie aziende sanitarie territoriali per conto delle regioni. In Veneto saranno 875 uomini e donne a ricevere “in anteprima” la dosi assegnate alla provincia, 100 per la provincia di Vicenza, con somministrazione che si ripeterà tra 3 settimana. Si tratta esclusivamente di personale sanitario, che sarà quindi immunizzato al coronavirus, in misura del 95% secondo i dati a disposizione. Questo significa anche che, in media, per circa 43 tra questi primi vaccinati non servirà a nulla e rimarranno esposti al contagio. Ma, di questi tempi, anelare a soluzioni definitiva è pura utopia. Serviranno 8/10 mesi di vaccinazioni diffuse e comportamenti socialmente responsabili per debellare definitivamente l’epidemia più spietata della storia recente. Fino ad oggi.