Stop di tre mesi al processo Banca Popolare di Vicenza per l’ipotesi di “clima ostile”

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Il tribunale di Borgo Berga a Vicenza

Il procedimento contro Gianni Zonin e gli altri imputati nella vicenda giudiziaria che riguarda il crack dell’ex Banca Popolare di Vicenza si ferma per 90 giorni, su richiesta della Corte di Cassazione. Gli avvocati di Zonin, Giuseppe Zigliotto, Paolo Marin ed Emanuele Giustini si sono rivolti alla Cassazione chiedendo lo spostamento del processo in un’altra sede per “legittimo sospetto” di un “clima ostile” nei confronti degli imputati, nel foro vicentino.

Il procedimento è ancora nella fase preliminare e ha visto presentarsi, nei mesi scorsi, migliaia di parti civili (altrettanti azionisti defraudati). Sei i manager imputati: oltre a quelli citati ci sono Massimiliano Pellegrini e Andrea Piazzetta. A decretare lo “stop” è stato nell’ultima udienza il Gup Roberto Venditti: il giudice ha disposto che il procedimento venga congelato fino al 14 settembre, data in cui la Cassazione dovrebbe discutere e pronunciarsi in merito alla richiesta di spostamento a Trento del processo stesso. Con il provvedimento del Gup è stata congelata anche la prescrizione, che quindi in questi mesi non procederà.

Gli avvocati di alcuni degli imputati hanno ipotizzato, motivando la richiesta, che nei confronti dei loro assistiti ci sia un’incompatibilità ambientale. Nel caso di Zonin, secondo i suoi difensori una delle prove del clima ostile verso l’ex presidente di Bpvi sarebbe il fatto che il banchiere e imprenditore vitivinicolo ha dovuto lasciare la sua residenza, la villa in centro a Montebello, dopo il “crack” che ha azzerato i capitali investiti in azioni della banca per decine di migliaia di soci.

Sullo “stop” al processo ieri è intervenuto anche il neo-sindaco di Vicenza (e avvocato) Francesco Rucco, criticando la scelta: “Con il trasferimento del processo della Banca Popolare dal Tribunale di Vicenza ad altra sede – dichiara Rucco – oltre al danno i vicentini subirebbero una vera beffa. Non solo, infatti, non ci risultano accaduti in città eventi tali da giustificare l’incompatibilità ambientale invocata dalla difesa, ma lo spostamento del dibattimento altrove rappresenterebbe un grave disagio per le migliaia di piccoli e piccolissimi azionisti, già duramente colpiti dalla vicenda. Senza contare i tempi tecnici necessari ai nuovi magistrati per studiare fascicoli complessi e voluminosi. Mi auguro vivamente che la Cassazione respinga una richiesta che costituisce l’ennesimo sfregio morale per la città”.

In parallelo Rucco ha ribadito quanto annunciato durante la campagna elettorale, cioè l’avvio di provvedimenti a favore degli azionisti defraudati: “Intendo approfondire attraverso i servizi sociali del Comune l’effettivo impatto economico determinato dal crollo della banca sui cittadini-azionisti e promuovere, insieme alle altre risorse politiche e istituzionali del territorio, un’azione coordinata verso il Governo per ottenere provvedimenti concreti in favore dei danneggiati. Fin dalla prossima settimana, inoltre, prenderò in mano il fascicolo riguardante la costituzione di parte civile del Comune di Vicenza: un atto che ritengo doveroso contro chi ha gettato nel fango il nome della città e sul lastrico molti nostri concittadini”.