Tracimazione della roggia ai primi di dicembre. Danni per un milione, arriva la denuncia

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Strade allagate tra Torri e Settecà nel primo week end di dicembre

A distanza di 4 mesi dagli allagamenti che in due momenti sconvolsero decine di famiglie tra Settecà (frazione di Vicenza comune) e Torri di Quartesolo, si apprende del deposito di una denuncia da parte di alcuni residenti della zona. A prendere l’iniziativa un comitato composto da cittadini della zona, sorto nelle settimane successive allo straripamento, che auspica inoltre controlli e manutenzione per metter in sicurezza la rete idraulica, onde evitare un drammatico “bis”.

Si tratta di quattro vicentini in rappresentanza di oltre cento nuclei familiari che, in diversa misura, avrebbero patito conseguenze per circa un milione di euro a causa dell’invasione di un “fiume d’acqua” proveniente dalla roggia Caveggiara, i cui argini non hanno retto alla mole d’acqua da rilasciare sul Tesina poco più a sud. Da qui la richiesta dell’individuazione delle responsabilità, contestuale a quella di risarcimento.

Quei concitati momenti di paura risalenti a domenica 6 dicembre 2020 e la disperazione del giorno dopo alla “conta dei danni” finiranno dunque con ogni probabilità in tribunale. Con gli enti predisposti al controllo e alla sicurezza del territorio – Consorzio di bonifica “Alta Pianura Veneto in primis – chiamati a rispondere. Oltre al Consorzio sono interessati alle indagini i comuni di Vicenza e Torri di Quartesolo, il Genio Civile e la Regione Veneto. I residenti lavorarono per giorni, insieme ai volontari, per rimuovere fango e detriti, dopo che l’azione di vigili del fuoco e Protezione Civile per prosciugare l’acqua da strade e cantine.

L’ondata di pioggia torrenziale di quei giorni di fine autunno potrebbe non bastare a giustificare la mancata tenuta degli argini, con il Tesina ingrossato a oltre livelli di guardia che ha fatto temere un’alluvione, pur tenendo l’urto, avvenuta di fatti di fatto tra Settecà e l’area a nord di Torri a causa della roggia “straripata” in più punti. Una tracimazione che, secondo chi chiede più sicurezza e insieme giustizia, non doveva verificarsi in quel luogo, costringendo famiglie a “navigare” sulle strade invase da rivoli d’acqua e liberare garage e piani interrati da acqua arrivata a un metro di altezza. Contestato inoltre il ritardo con cui è stato dato l’allarme.

Sotto la lente d’ingrandimento della magistratura berica finiranno prossimamente i piani d’emergenza, i documenti tecnici relativi alle manutenzioni periodiche e le tempistiche di attivazione degli impianti idrovori durante quelle ore di “piena”, con particolare attenzione all’affluente del Tesina tracimato. Scaricando migliaia di metri cubi d’acqua tra campi e strade. Se ci fossero state negligenze e dunque responsabilità dirette nella gestione e nella prevenzione delle criticità legate al maltempo, qualcuno dovrà pagare i danni ai cittadini vittime dei danni, per conto dello Stato.