La rapina in garage era un bluff. Per nascondere al partner la perdita alle slot

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Una sala piena di slot machines (archivio)

Simula una rapina e un pestaggio in casa proprio per sfuggire alle (legittime) furie della compagna, per giustificare una perdita al gioco. La bugia raccontata alla fidanzata e ai carabinieri è davvero sfuggita di mano a un 31enne di Torri di Quartesolo, salito alla ribalta della cronaca dei giorni scorsi per una presunta aggressione subita in casa propria al rientro dal lavoro, precisamente in garage, con tanto di sottrazione di 300 euro e vari monili di gioielleria. In realtà il vicentino aveva scialacquato 100 euro alle slot machine, inventandosi di sana pianta un racconto credibile di ordinaria attualità in tema di pubblica sicurezza e microcrimalità. Con tanto di capatina al pronto soccorso del S. Bortolo.

Una versione dei fatti che però evidentemente non collimava appieno con le indagini messe in campo dai carabinieri di Brendola, che dopo aver raccolto la testimonianza e visionato le telecamere di videosorveglianza della zona hanno inteso la probabile invenzione e hanno voluto andare a fondo. La ricostruzione degli eventi di lunedì sera ha accertato che nessun losco individuo si era introdotto nella proprietà della presunta vittima la quale, anzi, era uscita pochi minuti prima da una sala slot presente nello stesso comune, poco lontano da casa. Da qui i sospetti, rivelatisi poi concreta realtà, da parte delle forze dell’ordine.

Di fronte all’evidenza, il malcapitato giocatore patologico ha dovuto ammettere la simulazione di reato, illecito per cui sarà emessa una denuncia nei suoi confronti, si auspica parallelamente a misure di sostegno per indirizzarlo verso strutture idonee di contrasto alla piaga della ludopatia. Non è stato reso noto come lo stesso abitante di Torri si sia inferto le lesioni, peraltro di lieve entità, che avrebbe “camuffato” come conseguenze di un pugno diretto in pieno volto. E, intanto, in paese e nei social dedicati, si scatena la polemica.