Ulss 8/Covid, il fronte “estivo” è il contact tracing. E’ 33 anni l’età media dei contagiati

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Il punto tamponi tornato al San Bortolo in nuova sede

Per scongiurare un’ondata estiva che rischia di coinvolgere soprattutto la fascia d’età dei più giovani e dei non vaccinati le “armi” a disposizione dell’Ulss 8 Berica e in generale di chi si occupa di prevenzione sono il contact tracing e la campagna di vaccinaione in corso. A Vicenza nella sede del dipartimento dedicato si è tornato a lavorare a ritmi sostenuti da 7-10 giorni a questa parte, con la necessità di ricostruire la rete dei contatti personali dei soggetti colpiti dal Covid nelle diverse “versioni”, che resistono alle temperature calde dell’estate ma che proliferano grazie alla socialità spesso “sfuggita di mano”.

Gli esperti dell’Ulss 8 hanno tracciato, dati alla mano, anche i profili dei “nuovi contagiati” da un mese a questa parte, confermando come ance nel territorio vicentino di competenza – in linea con il trend regionale e nazionale nella sostanza – si assista a un incremento dei casi di infezione e, invece, a un abbassamento dell’età media. Ha infatti 33 anni e spesso la metà, oggi, il cittadino berico che si ammala di coronavirus, pur non presentando nella maggioranza dei casi sintomi importanti, e quasi così gravi da richiedere il ricovero. Nel 94,5% si tratta di utenti non vaccinati o con ciclo non ancora completo, secondo le informazioni gestite dal sistema sanitario.

Tanti ventenni o giù di lì, la fascia d’età più esposta come ormai è un dato di fatto. L’azione di contact tracing condotta dal Nucleo Operativo Anti-Covid del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica spiega l’obiettivo dichiarato di provar a bloccare sul nascere la diffusione del virus, attraverso un’attività tempestiva di presa in carico dei soggetti positivi, identificazione dei loro contatti stretti potenzialmente infetti e messa in isolamento di questi ultimi. Dall’Ulss si rende noto come “attualmente, il 75% dei nuovi positivi viene contattato dagli operatori del Sisp già entro il primo giorno dal riscontro della positività e comunque tutti entro tre giorni. In media ogni nuovo positivo indica 4,7 contatti stretti potenzialmente esposti al contagio e il 69,35% ne indica almeno 1. Tra le occasioni di contagio, i contatti familiari rimangono al primo posto (35,9%), ma stanno crescendo con decisione i casi originati dalla partecipazione a feste, eventi o incontri di gruppo di qualche tipo (26,5%); al terzo posto (15%) figurano invece i rientri dall’estero. È da sottolineare infine che il 22,6% non sa indicare una possibile origine del contagio”.

Parallelamente al contenimento e tracciamento dei nuovi casi, l’azienda sanitaria berica continua a essere impegnata nella campagna di vaccinazione. La copertura complessiva, considerando gli utenti già vaccinati o già prenotati, ha raggiunto il 91,6% tra 70-79enni; l’86,3% tra i 60-69enni; il 78,2% per i 50-59enni; il 66,9% tra i 40-49enni. Importanti anche le percentuali già raggiunte tra i più giovani: il 56% tra i 30-39 anni, il 57,7% tra i 20-29 anni, il 30% tra i 12-19 anni.

“Un’attenzione particolare è stata posta ai cittadini over 60 inseriti nei registri non ancora vaccinati e che non si sono ancora prenotati, soggetti potenzialmente più a rischio in caso di infezione. A tutti loro il Sisp ha già inviato nei giorni scorsi un invito alla vaccinazione, tramite lettera a casa: si tratta più in dettaglio di 8.828 inviti spediti ai nati tra il 1952 e il 1960 e 5.865 ai nati tra il 1942 e il 1951″. Starà a ciascuno di loro valutare, a distanza di qualche mese dall’apertura delle liste di somministrazione, di tornare sulle proprie posizioni scettiche o attendiste iniziali oppure, per i tanti che erano reduci dalla guarigione proprio dal Covid-19, approfittare ora dell’opportunità nell’arco di pochi giorni.