Vicentino dimenticato: Munari e Cislaghi contro il Piano che condanna le montagne all’abbandono


“Non siamo territori da accompagnare al tramonto, siamo comunità con ancora molta luce da offrire”. Con queste parole Marilisa Munari – cabina di regia provinciale Italia Viva – e Luca Cislaghi – esecutivo provinciale Partito Democratico – lanciano un vibrante appello contro il ‘Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne 2021-2027’ voluto dal governo Meloni, accusato di minacciare la sopravvivenza di oltre 4mila comuni italiani, molti dei quali nel cuore montano del Vicentino.
Un colpo ai piccoli comuni vicentini
La provincia di Vicenza ospita decine di comuni montani che incarnano la storia, la biodiversità e la cultura del Veneto: da Recoaro Terme a Laghi, da Lastebasse a Velo d’Astico, passando per le contrade dell’Altopiano di Asiago. Queste comunità vivono sfide reali: lo spopolamento, il progressivo indebolimento dei servizi, la fuga dei giovani. Ma sono anche laboratori di innovazione rurale, turismo responsabile, filiere locali di qualità.
Il piano: una rinuncia istituzionale
Munari e Cislaghi denunciano come il Piano parli esplicitamente di “accompagnare” alcune aree interne verso un “declino irreversibile”. Per i territori vicentini, questo significa niente progetti di rilancio, niente investimenti significativi, nessuna visione di futuro. Il messaggio è chiaro: siete fuori dai radar.
Ma il Vicentino è vivo e va sostenuto
Nel quinquennio 2013–2023, secondo il Rapporto Montagna dell’Uncem, le aree montane italiane hanno registrato un saldo positivo di oltre 100mila nuovi residenti, con una crescita disomogenea ma evidente nel Nord e nel Centro. Nel Vicentino, associazioni di giovani, cooperative culturali, agricoltura sostenibile e progetti educativi dimostrano che il rilancio è possibile — purché venga sostenuto.
Una via alternativa c’è: guardare alla Francia
Munari e Cislaghi indicano il modello francese come esempio virtuoso: una legge specifica sostiene i piccoli comuni, ma solo se collaborano in rete. Una strategia che potrebbe essere replicata tra i comuni del Vicentino per servizi, scuole, mobilità e occupazione.
Un fronte civico e politico in espansione
L’appello dei due esponenti non è isolato. Si moltiplicano gli incontri pubblici, le assemblee nei paesi, i comitati di cittadini: “Non accettiamo una politica che considera la montagna un problema irrisolvibile” dicono Munari e Cislaghi. “Il Vicentino non è un luogo da archiviare: è un pezzo vivo d’Italia”.