Vicentino in carcere da due mesi in Brasile. In arresto per traffico di droga a Porto Alegre

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Una stanza in un carcere (immagine d'archivio)

Da una parte il sospiro di sollievo da parte dei familiari per aver ricevuto notizie del congiunto emigrato oltreoceano in Brasile, dall’altra la preoccupazione comprensibile per saperlo dietro le sbarre, con una pesante accusa per traffico di droga a suo carico.

Emerge da un servizio sul Giornale di Vicenza la vicenda di M.R. – pubblicate le iniziali nell’impossibilità di verifica dell’identità -, un 48enne di Vicenza implicato in un’inchiesta con teatro la grande città costiera di Porto Alegre, nella regione del Rio Grande Do Sul.

Da quanto è stato possibile ricostruire il 48enne è stato arrestato dalla polizia brasiliana insieme a un più giovane presunto complice del posto, implicati in un trasporto di 10 chilogrammi di cocaina contenuti in un borsone. Sarebbero stati trovati in possesso proprio dell’italiano, che aveva appuntamento con l’altro arrestato per la consegna della merce illecita. I fatti risalirebbero a più di due mesi, avvenuti nel mese di dicembre pochi giorni prima delle festività.

Da quel momento, il vicentino non aveva più dato notizie di sè ai familiari in ansia nel capoluogo, che solo a distanza di alcune settimane sono stati informati della vicenda, dopo aver interessato le autorità consolari. Comprendendo così il motivo dell’assenza di risposte a chiamate e messaggi, anche di auguri in occasione del Natale, scongiurando l’ipotesi più nefasta dopo tanti giorni di silenzio. Il vicentino, sempre secondo quanto riportato nel quotidiano berico, aveva lasciato l’Italia un paio d’anni fa per congiungersi con una nuova compagna brasiliana, e per “rifarsi una vita”.

A quanto sembra, però, invischiata in affari illeciti subito smascherati dalle forze di polizia locale, che lo seguiva fino a bloccarla una volta disceso da un pullman. In Veneto lavorava come operaio trasfertista per una ditta conciaria dell’Ovest Vicentino, e proprio durante uno dei viaggi di lavoro per conto dell’azienda aveva maturato l’intenzione di lasciare la “strada vecchia per quella nuova”, nel 2019. Se il quadro accusatorio sarà confermato dai giudici dello Stato del Sud del Brasile, e M.R. sarà condannato come “corriere” di droga, si prospetta per lui una lunga permanenza in cella e un sostanziale vicolo cieco.