Importò 2 kg di cocaina nascosta in un macchinario: condanna a 8 anni per Carollo

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Condanna in primo grado a otto anni e otto mesi di reclusione, oltre a 24 mila euro di multa per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti per Luigi Carollo, il piccolo imprenditore 67enne di Schio al centro di una incredibile storia di traffico internazionale di cocaina sui cui pesa l’ombra dell’ndrangheta.

La droga – due panetti da un chilo ciascuno – grazie a una soffiata era stata intercettata il 6 febbraio del 2017 dagli investigatori al suo arrivo in Italia via Slovenia e seguita in A4 e in A31 fino al casello autostradale di Thiene: viaggiava dentro ad una macchina levigatrice. Il camion era stato poi fermato dagli agenti della squadra mobile vicentina, coordinati dal vicequestore Davide Corazzini, nel parcheggio di un’azienda in zona industriale a Schio, risultata estranea alle indagini.

La partita di polvere bianca – di alta qualità e pura all’80% – aveva sul mercato un valore di mezzo milione di euro. L’indagine, che non si è ancora conclusa, si muove anche sulle tracce del coinvolgimento di membri dell’ndrangheta calabrese.

Ad ordinare il macchinario fu proprio Carollo, che quel giorno fu arrestato. Le indagini avevano poi appurato che la droga era partita dal Perù ed era passata per la Serbia prima di entrare in Italia. Carollo era stato quindi indagato per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti e le indagini – ancora in corso – erano poi passate dalla squadra mobile vicentina alla Direzione distrettuale antimafia di Venezia.