VicenzaOro 2022, cinquanta artigiani orafi vicentini si “prenotano” in Fiera dal 9 al 13 settembre

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La città di Vicenza e in particolare lo spazio espositivo della Fiera tornano ad essere il “caput mundi” dell’oro e della gioielleria per cinque giorni, come da tradizione nel mese di settembre. Saranno grosso modo una cinquantina gli artigiani orafi della nostra provincia presenti ad esporre e proporre i propri preziosi prodotti, esplorare le nuove tendenze del settore e confrontarsi su problematiche e soluzioni da adottare per sostenere il comparto.

Quest’anno VicenzaOro si terrà dal 9 al 13 settembre, con organizzazione a cura di Ieg-Italian Exhibition Group. Sarà come sempre la “culla dorata” di proposte internazionali ma con spiccato spazio dedicato al Made in Italy, con addetti ai lavori provenienti da ogni parte del mondo e in maggior numero rispetto alle edizioni più recenti, caratterizzate dai limiti imposti dalla pandemia Covid-19.

Ad illustrare il ruolo e anche le aspirazioni della vigilia degli associati di Confartigianato Imprese Vicenza è il presidente provinciale di settore Onorio Zen (categoria metalli preziosi). Esportazione, consumi energetici, difficoltà e costi delle materia prime. Sono questi alcuni temi salienti di una fase storica disseminata di incognite. “I dati, soprattutto delle esportazioni, sono confortanti – commenta Zen – ma restano le preoccupazioni per l’autunno legate alla fiammata dei prezzi di materie prime ed energie e alla situazione politica. Per questo appuntamento si attende una buona affluenza di visitatori esteri, alla luce dell’allentamento delle restrizioni in contrasto alla pandemia. Per questa edizione le attese sono alte, in continuità con il buon andamento delle ultime due manifestazioni che hanno segnato il ritorno delle fiere in presenza e la possibilità per numerosi buyer esteri di toccare nuovamente con mano i trend e le tendenze delle nuove collezioni.”

Il presidente Zen aggiunge nel suo intervento, però, anche una nota a parte sulle previsioni per le presenze dall’area del Sud-Est asiatico, mercato rilevante per il settore, che tuttavia ha registrato un forte calo nelle importazioni di gioielleria Made in Italy negli ultimi due
anni: “non si prospettano numeri degli anni pre-pandemia a causa delle restrizioni ancora
vigenti agli spostamenti per i visitatori provenienti da alcuni paesi del Sud-Est asiatico.
In questo senso lo spostamento della tradizionale fiera di Hong Kong in via eccezionale
per quest’anno a Singapore a fine settembre permetterà agli operatori dell’area di
entrare in contatto diretto con i produttori provenienti anche dai distretti orafi italiani
di eccellenza come quello, appunto, vicentino. Infatti, alla manifestazione Jewellery &
Gem World Singapore sarà presente anche una delegazione di imprese orafe di
Confartigianato Vicenza”.

Taglio del nastro di un’edizione recente di VicenzaOro

DATI SUL’EXPORT. “Il ritorno alle fiere in presenza è un indubbio fattore del successo registrato nelle ultime edizioni e del recupero delle esportazioni nel 2021, anno che ha riportato il settore orafo-argentiero a brillare, superando i livelli di export del 2019”, prosegue Zen. Conferme che arrivano dai dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato. A fine 2021, il comparto Orafo della provincia di Vicenza contava 681 imprese per un totale di 4.430 addetti. Di queste 382 sono artigiane (con un calo nell’ultimo anno dello 0,8% pari a tre unità) il 56,1% delle aziende totali, e danno lavoro a 1.592 addetti, oltre un terzo dell’occupazione del settore. È questa realtà che nei primi 3 mesi del 2022 ha portato l’export del settore a cresce del +38,4% rispetto al I trimestre 2021, variazione più intensa tra le principali province esportatrici.

Non solo, se si amplia lo sguardo alle esportazioni degli ultimi 12 mesi, Vicenza supera ampiamente i livelli prepandemia registrando un +38,5% rispetto al periodo aprile 2019-marzo 2020. Deflazionando i dati sulle esportazioni secondo i prezzi alla produzione, ovvero distinguendo tra valori delle esportazioni e volumi, si rileva comunque una forte ripresa dei livelli pre crisi: negli ultimi 12 mesi, infatti, i volumi delle vendite all’estero di prodotti orafi vicentini risultano in aumento del +24,3% rispetto al periodo aprile 2019-marzo 2020, a fronte di un aumento del +38,5% in valori nello stesso periodo. Quanto alle destinazioni dei prodotti orafi vicentini, al primo posto ci sono gli Stati Uniti, seguono Emirati Arabi Uniti, Sud Africa, Hong Kong, e Romania. Cinque mercati che da soli rappresentano oltre la metà (55,1%) delle esportazioni orafe beriche. I dati registrati nel 2021 (e nella prima parte del 2022) sono stati colti come un segnale generale di fiducia per imprese del settore, “permangono alcune ombre sulla performance del comparto nel breve-medio periodo dovute principalmente a criticità generali, come l’incremento dei costi dell’energia e il clima di incertezza legato alla crisi russa-ucraina e alle imminenti elezioni governative, e del settore, qual è la volatilità del prezzo dei metalli preziosi, nonché la costante difficoltà nel reperimento di personale”, spiega il presidente Zen.

Tra il 2019 e il 2021 l’indice dei prezzi alla produzione dell’oro sul mercato estero è cresciuto del 12,1%, una vera impennata e i dati relativi ai primi 5 mesi del 2022 mostrano un ulteriore crescita dei prezzi pari a +3,4% rispetto allo stesso periodo del 2021, variazione più contenuta del +9,5% dei nei primi 5 mesi del 2021 rispetto al periodo gennaio-maggio 2020. In un momento di importanti evoluzioni a livello globale, il distretto vicentino punta comunque anche sul versante dell’innovazione strategica del comparto ed è in questo contesto che si inserisce il programma di webinar formativi dedicati alle botteghe orafe della regione e organizzati dal Direttivo Regionale Orafi presieduto dal vicentino Piero Marangon. I webinar, che beneficiano di un contributo Ebav, partiranno in ottobre e hanno come obiettivo quello di sensibilizzare il pubblico di botteghe orafe sulla importanza dell’innovazione strategica dei modelli di business, coniugando la tradizione ed il saper fare maturato in contesto di impresa artigiana con azioni più market-oriented per adattare la propria offerta ad un segmento di mercato sempre più sensibile agli aspetti del digitale, design contemporaneo e sostenibilità.