L’artigiano diventa globale e digitale e a raccontarlo c’è MakeinItaly Festival

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Scordatevi il falegname che lavora in bottega con pialla, matita e pezzo di carta. Scordatevi anche la fabbrica con i telai rumorosi: il nuovo artigiano è 4.0, tecnologico, lavora in rete, unisce sapienza e innovazione e guarda al mondo globale. Se ne parlerà a fondo, di questa trasformazione, il prossimo weekend a Thiene, nel cuore della pedemontana veneta, nel corso di Make in Italy Festival, che animerà diversi luoghi del centro dall’8 al 10 giugno. Sarà una opportunità per intercettare le linee e gli orizzonti verso cui può muoversi il tessuto imprenditoriale veneto. Promosso da Cna Vicenza, ItalyPost e Comune di Thiene, avrà come protagonisti decine di imprenditori “champion” ed esperti di primo piano del panorama nazionale.

I vecchi mestieri insomma si proiettano nel futuro e per raccontarlo a Thiene sono previsti incontri, talk in piazza e persino laboratori per i più piccoli. La kermesse si snoderà fra Municipio, Castello Colleoni, corso Garibaldi, piazza Chilesotti e auditorium Fonato e racconterà l’evoluzione delle nuove imprese artigiane alle prese con la sfida del digitale. Narrerà che i nuovi artigiani globali – con dimensioni variabili di fatturato – competono e vincono nel mondo: perché  sono grandi artigiani ipertecnologici, perché lavorano all’interno di filiere scavandosi nicchie inesplorate dalle global companies e, competendo con loro, utilizzano le armi della flessibilità, della personalizzazione del prodotto e del servizio, dell’utilizzo flessibile delle nuove tecnologie per affermarsi su scala mondiale.

A discutere con queste imprese – con uomini d’impresa del calibro di Giorgio Cattelan di Cattelan Italia e Riccardo Agugiaro di Agugiaro&Figna, da Alessandro Invernizzi di Lurisia a Simone Quinto di Uteco, da Marta Tonello di Tecnolaser a Marco Moro di Morocolor Italia – ci saranno nomi di assoluto rilievo del dibattito sulla nuova industria italiana, come Antonio Calabrò, vicepresidente Assolombarda e direttore Fondazione Pirelli, Ermete Realacci, presidente Fondazione Symbola, Sergio Silvestrini, segretario generale Cna; e ancora, parteciperanno al Festival economisti del calibro di Stefano Micelli, autore del celebre “Futuro Artigiano” e presidente Progetto Manifattura Milano, Giovanni Costa, consigliere di amministrazione Intesa Sanpaolo e docente emerito Università di Padova, Franco Mosconi, autore di “Dal garage al distretto”, oltre al sociologo Aldo Bonomi e Marina Valensise, già direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi e autrice del saggio “La cultura è come la marmellata”. Protagonista, nella giornata di chiusura del Festival, il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana.

Il venerdì sarà dedicato alla manifattura di domani, italiana e digitale; il sabato alle filiere e ai mestieri del futuro; la domenica si focalizzerà sul tema della necessità di una classe dirigente all’altezza delle sfide economiche. L’avvio sarà venerdì alle 10 con un workshop sulla rigenerazione urbana, a cui seguirà l’inagurazione del festival (alle 11.30) al Castello di Thiene.

“Sono orgoglioso che Thiene ospiti questo evento – sottolinea il sindaco Giovanni Casarotto – credo sia un riconoscimento importante sia della vivacità artigianale e imprenditoriale thienese, sia delle ottime relazioni e sinergie che la mia amministrazione ha con Cna e le categorie economiche”. “Il Festival racconterà l’ìinnovazione per la prima volta dal punto di vista delle persone, perché un nuovo modo di pensare alla manifattura esiste” spiega Cinzia Fabris, presidente di Cna Vicenza. Per Antonio Maconi, curatore del festival “la scelta di tenerlo a Thiene, punto di incrocio fra i grandi centri manifatturieri della Pedemontana e il nuovo asse che li collegherà con la Valdastico e l’Autobrennero, è dettata dalla necessità di andare a studiare i processi innovativi laddove avvengono, in quella periferia che l’economista Rullani ha decantato come luogo dove nasce il nuovo.

Info e programma degli incontri su makeinitalyfestival.it.