Arrivano i “pulli”, le baby cicogne che popolano i cieli del Bassanese. Sono 9 i nuovi nati

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Il nido di Cartigliano (foto Dino Pianezzola)

E’ arrivata la cicogna nelle case, o meglio dire nei nidi, delle coppie di cicogne bassanesi. Si parla del volatile simbolo per tradizione dei lieti eventi, delle nascite di bebè, e in questi giorni anche per questi uccelli si festeggiano i nuovi venuti al mondo. Ben 9, in tre diversi luoghi monitorati dell’area intorno a Bassano del Grappa, un record per quantità di pulli – non è un errore di battitura, si chiamano proprio così gli uccellini nei nidi – che conferisce sorrisi e speranza per la ripopolazione delle cicogne e la biodiversità del territorio.

Un premio anche per gli avioappassionati che dedicano tanto tempo ed energie per aiutare la conservazione di questa e altre specie di uccelli, un lavoro silenzioso nell’ombra e molto impegnativo, dovendosi confrontare con i predatori in natura, l’inquinamento e, spesso, l’azione malevola dell’uomo. Ma intanto, a Cassola in due nidificazioni e a Cartigliano ci sono nove motivi per cui sorridere.

A Cartigliano si conta la sesta nidificazione, sulla sponda del fiume Brenta nei pressi della zona industriale, due sono nuove invece a Cassola dalle parti di via Battisti. Una quarta, individuata a Rosà nella frazione di Travettore, il proposito non è andato a buon fine ma si ritenterà in futuro. Intanto ci si accontenta e anzi si gioisce per la schiusa multipla delle uova con i 9 pennuti accolti. In particolare tra i volontari della Lipu, in prima linea su questi fronti. Si tratta di cicogne bianche, storicamente di casa nel continente europeo e note oltre che nell’immaginario collettivo (per accompagnare i bebè umani) poi anche per i loro caratteristici maxi nidi e per come covano le uova, difendendo allo strenuo i nascituri. Sia il genitore femmina che il maschio, un sodalizio studiato da ornitologi di tutto il mondo.

Un’altra fotografia che ritrae la nuova famiglia

Il clima mutevole, gli animali rapaci e altri predatori, fattori di disturbo e pure cambiamenti ambientali costituiscono le principali cause di eventuali insuccessi. A Travettore, invece, per quanto si è potuto osservare in via Asiago, la coppia di cicogne che un anno prima aveva dato alla luce ben tre piccoli ha “fallito” l’obiettivo per tutt’altra ragione: l’intromissione di un terzo incomodo, un esemplare maschio estraneo, che ha battagliato con il compagno originario creando tensioni nel nido. Ciclo riproduttivo purtroppo interrotto, e tutto da rifare in questa postazione. Non succede solo tra i “maestri” (di gelosia) umani insomma, ma anche tra gli uccelli.

La presenza della cicogna bianca da queste parti costituisce un ritorno alle origini, oltre che uno spettacolo della natura da ammirare. E non solo per il Veneto, ma per tutta Italia, si pensa almeno da due secoli. “La nascita di un nuovo pullo rappresenta una piccola vittoria per la specie e una speranza per l’umanità – spiega uno dei volontari della Lipu, Dino Pianezzola – dato che in Italia queste cicogne erano scomparse e stanno tornando seppur lentamente tra noi, a volare nei nostri cieli”. Trovando poi nel Bassanese, a quanto risulta evidente, un habitat ideale per dare alla luce i loro piccoli”.

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