Giallo sul cadavere di un braccianto liberiano trovato in mezzo a un campo di mais


Il corpo di un uomo di origini straniere, in avanzato stato di decomposizione, è stato trovato l’altro ieri mattina, martedì 8 luglio, a Sossano in mezzo a un campo di mais. A fare la macabra scoperta, alcuni suoi colleghi braccianti, impiegati come lui in un’azienda agricola del posto. Sulla scomparsa dell’uomo, un 43enne di origini liberiane, Michael Tony, con regolare permesso di soggiorno in Italia, e sul suo ritrovamento senza vita stanno indagando i carabinieri.
Dell’uomo si erano perse le tracce dopo una giornata di lavoro il 26 giugno: il bracciante non si era presentato al lavoro il giorno successivo, venerdì 27. Anche il cellulare squillava a vuoto, tanto che il 1° luglio il suo datore di lavoro ne aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri. Nel campo, solo pochi giorni fa, era passato un macchinario per una lavorazione, che doveva essere completata l’altro ieri a mano. E proprio entrando nel campo per eseguire il lavoro, i braccianti si sono ritrovati davanti il cadavere del compagno di lavoro, in avanzato stato di decomposione dopo giorni di esposizione al caldo torrido e poi alla pioggia battente.
Avvertite le forze dell’ordine, sul posto sono arrivati immediatamente i carabinieri del nucleo investigativo provinciale: addosso al cadavere sono stati trovati i documenti del liberiano, consentendo così la sua identificazione. Dalle prime informazioni frutto del lavoro del medico legale, la morte risalirebbe al momento della scomparsa, due settimane fa. Impossibile invece, senza l’autopsia, risalire alle cause della morte, anche se da un primo esame esterno del cadavere non risulterebbero ferite evidenti. Sulle indagini vige il più stretto riserbo. Michael Tony aveva lasciato la famiglia in Liberia e lavorava nel settore agricolo nel basso vicentino da un paio di anni. Sulla sua morte al momento soni aperte tutte le ipotesi: il malore, il gesto violento, un’infortunio.
Tante le domande a cui gli inquirenti devono dare una risposta: se si è trattato di un malore, cosa ci faceva l’uomo in mezzo a un campo di mais? E se c’è una responsabilità esterna, l’uomo era ancora in vita quando è stato portato sul posto? Chi è stato a vederlo vivo, per ultimo? tutte domande a cui ora le indagini dovranno cercare di dare una risposta. La Procura della Repubblica di Vicenza ha aperto un fascicolo e disposto l’esame autoptico per cercare di far luce sulla vicenda.
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